Il turno di campionato andato in archivio, manca solo Atalanta-Fiorentina di stasera, ha detto una cosa molto chiara: le grandi di Italia, tranne la Roma, hanno perso punti contro avversarie molto più che abbordabili in gare capitate giusto al centro tra due campali impegni europei.
Milan fermato a Bologna con tanto di discutibile turnover di Pioli che sta pericolosamente snobbando il campionato, Inter sconfitto in casa dal Monza e Juventus, in attesa della sentenza sulle plusvalenza, battuta a Sassuolo. Non si sottrae a questo andazzo nemmeno il super Napoli di Spalletti, fermato da un Hellas Verona coriaceo, giunto al Maradona con il chiaro intento di portar via un punto, utilissimo ad alimentare speranze di salvezza.
Il mister dei partenopei fa turnover e lascia fuori Osimhen, Lobotka, Zielinski e Kvara, affidando a Lozano e Politano, con Jack in mezzo, l’attacco.
La scelta non ha pagato e per oltre un’ora di gioco i napoletani non hanno partorito praticamente nulla. Troppo lento il centrocampo, affidato ad uno stanco Anguissa, alla regia arrugginita di Demme e alla corsa confusa di Elmas, per fare breccia nella nutritissima retroguardia scaligera, Raspadori lontanissimo da una forma accettabile, Politano volenteroso e poco più, mentre il messicano è stato assolutamente inconcludente finchè rimasto in campo.
Negli ultimi venti minuti, con gli ingressi dei citati assenti, la manovra azzurra è tornata ad essere riconoscibile, mettendo a ferro e fuoco la difesa dei veneti, salvati dalla traversa su bordata di Osimhen.
Non c’è da preoccuparsi, è evidente che tutto l’ambiente ha la testa rivolta alla gara di domani contro il Milan, una partita storica per i colori azzurri che potrebbe aprire le porte del paradiso come nessuno, nemmeno il più ottimista dei tifosi, avrebbe potuto immaginare all’inizio di questa stagione.
Si parte già oggi con le conferenze stampa di rito: tutta la settimana è stata incentrata su discussioni inerenti la pessima prestazione dell’arbitro Kovacs che ha fatto infuriare i napoletani e sulla sostituzione di due pezzi da novanta quali Kim Min Jae e Anguissa. A rigor di logica, la scelta dovrebbe ricadere su Juan Jesus, meno esplosivo di Ostigard ma certamente più avvezzo a disputare gare che prevedono grande pressione, e su Ndombele, che avrebbe in questo modo la chance di dare alla sua stagione una svolta, oltre che garantire chili e centimetri necessari in certe gare.
Non resta che aspettare, senza dimenticare che, qualunque sarà l’esito della contesa, tutto il team merita un applauso infinito per quanto saputo mostrare nell’arco della stagione.