Una vittoria di rigore per ripartire, pur senza entusiasmare: il Napoli di Gattuso batte 2-0 il Perugia, con doppietta di Insigne dagli 11 metri, e prova a lasciarsi alle spalle un girone di andata da incubo, concluso con la metà dei punti della Juventus capolista.
Il girone di ritorno inizia dunque stasera (ore 20:45) contro la Fiorentina del patron Commisso, che come gli azzurri ha da poco cambiato allenatore, esonerando Montella ed affidando la panchina a mister Iachini.
Non c’è bisogno di sottolineare l’importanza del match, visto che entrambe le compagini occupano la parte destra della classifica e non possono permettersi ulteriori passi falsi.
Il Napoli si aggrappa ai precedenti favorevoli in campionato al San Paolo, dove si è imposto in 32 occasioni, perdendo 16 volte, mentre per 21 volte la sfida si è conclusa con un pari.
Ed è, ironia della sorte, proprio un pareggio per 1-1 a regalare il ricordo più bello ed indimenticabile legato ad un Napoli-Fiorentina: il 10 Maggio 1987, data impressa a fuoco nella memoria di ogni tifoso azzurro, alla squadra allenata da Ottavio Bianchi bastò un punto per laurearsi, per la prima volta nella propria storia, Campione d’Italia con un turno di anticipo.
Una curiosità che forse non tutti ricordano è che quel giorno mise a segno il primo dei suoi 207 gol in serie A uno dei giocatori italiani più talentuosi ed amati, ovvero Roberto Baggio, che pareggiò su punizione il vantaggio azzurro siglato da Andrea Carnevale.
Baggio ha spesso illuminato il San Paolo con le sue giocate, come in occasione della sfida tra partenopei e gigliati del 17 Settembre 1989, quando realizzò un gol “alla Maradona”, partendo dalla propria metà campo e saltando gli avversari come birilli fino a depositare il pallone in rete; il n° 10 viola andò poi a segno anche su rigore, portando la sua squadra avanti per 2-0 all’intervallo.
Diego, appena tornato in Italia dopo una lunga polemica con Ferlaino, quel giorno non fu all’altezza della sua fama e sbagliò addirittura un rigore in apertura di ripresa, ma il Napoli riuscì ugualmente a rimontare il doppio svantaggio e ad imporsi per 3-2 con il gol nel finale del difensore azzurro Corradini; quell’anno il Napoli avrebbe nuovamente vinto il tricolore.
In tempi più recenti un’altra sfida contro la Fiorentina ha regalato un trofeo al Napoli: il 3 Maggio 2014, nella finale dell’Olimpico di Roma (funestata dagli scontri che sono costati la vita al povero Ciro Esposito), gli azzurri vinsero la quinta Coppa Italia della loro storia, battendo i viola per 3-1 grazie alla doppietta di Insigne ed al gol di Mertens a tempo scaduto.
I gigliati sono la “vittima” preferita del capitano azzurro (8 gol complessivi contro i viola per lui), che ha tra l’altro firmato sia il gol del definitivo 4-3 nella sfida di andata (oltre al rigore del 2-1), sia la rete decisiva nell’ultimo match giocato al San Paolo, il 15 Settembre 2018.
L’ultima sconfitta interna del Napoli contro i viola risale al 23 Marzo 2014, quando gli azzurri di Benitez, rimasti in 10 per la discutibile espulsione di Ghoulam ad opera del mediocre Tagliavento, furono beffati nel finale da una rete di Joaquin.
Altra vittoria storica per la Fiorentina al San Paolo fu il 5-2 del 20 Novembre 1994, rimasto negli annali grazie alle due reti del grande bomber viola, Gabriel Omar Batistuta, che quel giorno eguagliò il record di Pascutti andando a segno per 10 giornate consecutive di campionato; il centravanti argentino avrebbe definitvamente fatto proprio il record, che resiste ancora oggi, la settimana successiva segnando ancora contro la Sampdoria.
Il Napoli ha vinto anche una sfida giocata “in casa”, ma lontano dal San Paolo: il 4 Febbraio del 2001 si giocò alla “Favorita” di Palermo per la squalifica dello stadio di Fuorigrotta (fu lanciato un razzo dalla curva B durante Napoli-Udinese), e gli azzurri si imposero nel finale con un gol di Pecchia.
In quel Napoli militava da un mese il brasiliano Edmundo, ex della partita, capace di lasciare pessimi ricordi in entrambe le tifoserie: i supporters gigliati non gli perdonarono mai la “fuga” per festeggiare il carnevale di Rio con la viola di Trapattoni in piena lotta per lo scudetto, mentre quelli partenopei, convinti che il centravanti verdeoro li avrebbe trascinati in Europa, restarono delusi dalle sue anonime prestazioni, che condussero viceversa gli azzurri di Mondonico ad una mesta retrocessione in serie B dopo la promozione dell’anno precedente.
Una figura entrata nella storia di entrambi i club è sicuramente quella di Bruno Pesaola, argentino di nascita ma napoletano di adozione, che in maglia azzurra ha collezionato 240 presenze e 27 gol, che ha allenato il Napoli in quattro diversi periodi, ma che ha ottenuto il miglior risultato da tecnico proprio sulla panchina della Fiorentina, con la quale vinse addirittura lo scudetto nel 1969 (secondo ed ultimo titolo per i viola).
Il mitico “Petisso” da lassù, tra una sigaretta e l’altra, starà soffrendo maledettamente nel vedere il Napoli protagonista di una stagione così triste e sfortunata, così come soffrono quaggiù tutti coloro che hanno a cuore le sorti della squadra azzurra: non resta che sperare che questo girone di ritorno sia di tenore totalmente opposto a quello appena archiviato.