Trasferta in terra sarda per il Napoli reduce dalla magica notte di Lisbona: i timori della vigilia, legati proprio alle tossine post Champions e al clima infuocato che i cagliaritani hanno dato (o meglio, avrebbero voluto dare) al match, sono stati spazzati via da novanta minuti perfetti dei partenopei che hanno rifilato cinque gol (e sarebbero potuti essere almeno il doppio) ai malcapitati rossoblu, trasformando la voglia di derby (mah…) degli isolani in un incubo per Rastelli e la sua banda.
Sarri opera un po’ di cambi per evitare una Bergamo bis e allora spazio a Strinic a sinistra (benissimo il croato), ritorno da titolare per Jorginho con Zielinski e Hamsik a supportare il tridente superleggero. Come detto non c’è partita dal primo al novantesimo. Napoli padrone del campo e del pallone praticamente senza soluzione di continuità e padroni di casa in soggezione totale: dopo qualche tentativo dalla distanza con poca fortuna (Callejon e Zielinski su tutti) e un salvataggio sulla linea su tiro a colpo sicuro di Hamsik, la gara si sblocca al minuto 34 con Mertens che si gira in un fazzoletto e fredda Storari sul palo lungo. Inizia l’agonia del Cagliari che non riesce mai ad arrivare nemmeno nei pressi dell’area di rigore di Reina che si gode la giornata di sole. Allo scadere del tempo raddoppia il capitano Marek Hamsik ribadendo in rete dopo una traversa i Insigne. Gol numero 105 in maglia azzurra per lo slovacco, vero trascinatore di una squadra che gioca a memoria e diverte.
Due a zero all’intervallo e la sensazione che il meglio debba ancora venire. Nella ripresa gli azzurri dilagano, le occasioni da gol si moltiplicano a tal punto che si fa fatica a ricordarle tutte. Inizia Callejon che spara su Storari in uscita, prologo al gol del tre a zero realizzato con un conclusione al fulmicotone di Zielinski. A ripetizione gli ospiti sfiorano la marcatura con Hamsik (tiro a giro fuori di nulla), Mertens servito direttamente dalla difesa rossoblu in crisi di identità (salva ancora Storari), insomma sembra una partita di allenamento per i partenopei che nascondono la sfera ai padroni di casa che, frustrati, ricorrono alle maniere forti con falli a ripetizione. Ma il Napoli è spietato e realizza altri due gol a cavallo della mezz’ora: li firma entrambi Mertens che prima batte l’estremo rossoblu con un tocco sottomisura dopo splendida assistenza dell’ottimo Insigne e poi si mette in proprio realizzando il cinque a zero saltando con irrisoria facilità il marcatore di turno. Il risultato non assume rilevanza tennistica (oseremmo dire…rugbistica) solo perché a turno Callejon e Insigne non riescono a trasformare le innumerevoli azioni da gol create.
Lo 0-5 finale non rende nemmeno idea della superiorità messa in campo dal Napoli contro un Cagliari che aveva preparato la partita della vita finendo per fare una figura ridicola dinanzi al suo pubblico che comunque non ha mai smesso di incitare i devastati padroni di casa.
Quando gioca così, la squadra di Sarri appare quasi imbattibile: la qualità del gioco, la solidità della difesa (nonostante la rinuncia a gara in corso a Koulibaly per una botta), la precisione dei passaggi, la splendida abitudine a non buttare mai via un pallone nemmeno nelle uscite difensive, fanno del Napoli la più bella realtà del calcio italiano. Resta solo il rammarico di una classifica che, per ora, non rende omaggio ai napoletani che restano a -8 dalla Juve ma avvicinano la coppia inseguitrice dei bianconeri (bruttissimi e vincenti nel derby).