Torna al San Paolo il Napoli dopo la bella vittoria in Champions contro la Dinamo Kiev: avversario il Bologna dell’ex, mai rimpianto, Donadoni. Il mister azzurro opera un discreto turnover concedendo un turno di riposo a Ghoulam sostituito da Strinic, con Zielinski in mezzo al campo insieme ad Hamsik e Jorgihno e tridente composto da Insigne, Gabbiadini e l’insostituibile Callejon.
Il Bologna prova a non farsi schiacciare e va vicino al gol con l’ex Dzemaili dopo cinque minuti (ottimo Reina), ma da quel momento in poi i primo tempo è un monologo azzurro. La partita viene sbloccata poco dopo il quarto d’ora dall’ormai solito sigillo di Callejon che raccoglie di testa uno splendido assist di Insigne. Gioca con tranquillità il Napoli, prova a trovare il gol con insistenza anche Insigne che prima impegna Da Costa dopo un magistrale assist di Hamsik e poi prova il gol da urlo con una conclusione che lambisce l’incrocio dei pali. Unica pecca della prima frazione azzurra è proprio quella di non chiudere la gara contro un avversario incapace di costruire la benché minima reazione. A dire il vero la manovra non è ancora brillante come un anno fa ,ci sono ancora dei meccanismi da oliare e alcuni calciatori non sono ancora al top: in particolare Jorginho e Hisay sembrano ancora alla ricerca della migliore condizione ,in compenso si riconferma giocatore forte e affidabile il polacco Zielinski: facilità di corsa e visione di gioco,caratteristiche che completano il reparto in modo logico e funzionale.
La ripresa sembrerebbe solo un dettaglio vista la prima frazione di gioco ma non sarà così; dopo l’intervallo, infatti, i felsinei prendono campo costringendo i padroni di casa a difendersi, a fatica, ai limiti della propria area di rigore, circostanza che evidentemente non piace alla squadra azzurra. Verso il quarto d’ora della ripresa arriva il pareggio del Bologna: il bravissimo Verde scarica un destro potente da distanza siderale, trenta metri almeno, il tentativo di parata di Reina è inspiegabilmente goffo di fronte ad un tiro sì forte ma centrale che si insacca in rete. Purtroppo non è la prima volta che il portiere spagnolo mostra qualche limite nell’opporsi a tiri dalla distanza (è capitato spesso l’anno scorso) a dispetto della sicurezza che mostra nelle altre circostanze.
Sarri a questo punto rompe gli indugi ed è quasi costretto a mettere fuori Gabbiadini per inserire l’artiglieria pesante che risponde al nome di Milik. Un discorso a parte meriterebbe il buon Manolo: appare poco motivato, quasi triste nel suo modo di (non) giocare e nel rapporto con i compagni. All’uscita dal campo rifiuta la stretta di mano di Insigne e si accomoda in panchina con una espressione che rievoca, come fatto simpaticamente notare da alcuni tifosi azzurri, il televisivo attaccante della Longobarda Crisantemi.
Riprende ad attaccare il Napoli e, tempo otto minuti dal suo ingresso in campo, Milik, meravigliosamente servito da Hamsik, supera Da Costa con un tocco morbido di sinistro. Soprassedendo sull’espressione di Gabbiadini in panchina, il gol sblocca tutta la squadra, entrano Allan per Jorgihno e Ghoulam per Strinic in preda ai crampi. Insigne sbaglia un gol incredibile dopo splendida percussione di Allan sparando in curva da cinque metri. Lorenzinho, in evidente crescita, non ha perso i feeling con gli assist ma deve recuperare quello con il gol. Chi invece sembra avere un rapporto intimo col il gol è il solito Milik, che dopo aver mostrato di essere forte di testa e di avere un sinistro educato, si mette in proprio e chiude la partita con un bolide, sempre di sinistro, che piega le mani dell’estremo rossoblu.
La gara di fatto finisce qui, il tempo di registrare il rosso diretto per Krafth (fallo sull’imprendibile Zielinski), con un 3-1 giusto che lancia i partenopei in testa alla classifica in attesa del derby di Italia da giocarsi nel posticipo domenicale.