Già da qualche anno, l’olio di palma è un nemico bandito da qualsiasi supermercato ed è diventato il più grande terrore di molte mamme. Ma quest’olio può essere realmente dannoso per la nostra salute? La risposta è si, ma dipende sempre dal consumo che una persona fa. Chiariamo meglio il concetto, l’olio di palma è appunto un olio vegetale che viene estratto dai frutti dell’albero di palma utilizzato nell’industria dolciaria, ma in realtà vi è un altro olio vegetale maggiormente utilizzato a scopi industriale ed è il suo cugino l’olio di palmisto che viene estratto dai semi della stessa pianta. Entrambi gli oli hanno un alto contenuto di acidi grassi saturi, il primo ne contiene circa il 50%, mentre il secondo ben l’80%. Gli acidi grassi saturi, se in eccesso, sono responsabili dell’aumento del colesterolo LDL ed un valore elevato del suddetto colesterolo è associato ad un maggior rischio di sviluppare patologie cardio-vascolari (infarto cardiaco o ictus).
L’olio di palma/palmisto è spesso utilizzato in industria dolciaria per una semplice ragione: il costo. Infatti le spese, utilizzando il suddetto olio per la produzione di dolci, sono ridotte rispetto all’utilizzo del burro. Non pensiate quindi che l’abuso di burro sia salutare, infatti anch’esso contiene molti acidi grassi, addirittura in valore leggermente superiore a quello dell’olio di palma. Quindi assumere dolci, anche fatti in casa, può essere dannoso per la nostra salute così come per quelli industriali, poiché è l’eccesso di acidi grassi saturi a mettere in pericolo la nostra salute.
Nel 2016 la CONTAM (Gruppo esperti sui Contaminanti della Catena Alimentare) ha condotto uno studio per conto della EFSA (European Food Safety Authority) sui rischi cancerogeni di alcune sostanze (il 3- e 2- monocloropropanediolo o più brevemente MCPD) derivanti dagli acidi grassi contenuti nei cibi. Il 2-MCPD ed il 3-MCPD sono sostanze che si sviluppano durante la lavorazione degli oli vegetali quando le temperature superano i 200°C. Generalmente tali temperature non vengono raggiunte durante la lavorazione industriale dolciaria dei suddetti oli, ma potrebbe essere raggiunta nella fase precedente di raffinazione. Tali sostanze avrebbero dimostrato un effetto cancerogeno in vitro (cioè in provetta) in caso di alte concentrazioni, è difficile però che tali concentrazioni vengano raggiunte con la normale alimentazione. Nel 2018, in base all’analisi dei dati ottenuti da più recenti ricerche, l’EFSA ha stabilito che la dose quotidiana tollerabile di 3-MCPD è di 2 microgrammi per chilo corporeo. È anche importante sottolineare che sono diverse le sostanze alimentari che possono presentano lo stesso rischio cancerogeno, come ad esempio caffeina ed alcol; la CONTAM ritiene che il rischio cancerogeno dei derivati dell’olio di plama/palmisto non sia superiore a quello di altri alimenti e per tale ragione non è stato ritirato dal mercato.
L’olio di palma/palmisto non è quindi rischioso per la nostra salute di per sé, ma come per molti altri oli vegetali o alimenti ad alto contenuti di grassi insaturi, è un suo scorretto uso o meglio l’abuso che possono creare danno alla nostra persona.