Ci sono storie che fanno poco rumore, finiscono nel dimenticatoio, sono così complicati che nonostante si parli di omicidio, il colpevole rimane un’ombra nascosto nell’istante dell’omicidio per poi scomparire nel nulla. Il caso di cui raccontiamo oggi è una di quelle storie senza colpevoli, con una giovane vita spezzata negli anni migliori e tanti interrogativi lasciati in sospeso per i familiari che dopo quasi quarant’anni, una spiegazione ancora non l’hanno avuta.
Angela Telesca è una giovanissima colf di Torino, vent’anni e tanti sogni nel cassetto, una ragazza che lavorava sodo, sognava di diventare parrucchiera, forse avrebbe aperto un salone tutto suo, forse oggi sarebbe stata madre e moglie, non lo sapremo mai, perchè il 14 Novembre 1988, la giovane sarà ritrovata senza vita in una vasca da bagno, dalla proprietaria della casa dove svolgeva le pulizie. Sonia Brunetti Luzzati, la padrona di casa, la trovò riversa nella vasca da bagno, subito pensò ad un malore e cercò di rianimarla, purtroppo senza riuscirci, la ragazza era già morta, e questo gesto involontariamente inquinerà anche le prove. Ma cosa era davvero successo?
Ricostruendo le ultime ore di Angela, sembra non ci sia nulla di strano, quella mattina saluta la madre per andare a lavorare a casa di Sonia Luzzati che incinta di sette mesi ha necessità che qualcuno l’aiuti in casa. La ragazza per raggiungere il luogo di lavoro, prende l’autobus che da casa la pota a destinazione, non è un viaggio veloce ed infatti quando arriva nota che i proprietari di casa sono già usciti, così chiede ad una vicina di aprire il portone del palazzo per iniziare a lavorare.
Intorno alle 13 la signora Luzzati rientra in casa è convinta di trovare la giovane ancora lì a stirare o fare la lavatrice, ma nel corridoio nota subito un secchio ancora pieno e pulito, pronto ad affrontare le pulizie. Della ragazza non c’è traccia, prova a chiamarla ma non vi è risposta. La donna allora si addentra nell’appartamento e lo spettacolo che le si pone davanti è inquietante, Angela è nella vasca da bagno, quasi nuda, riversata sul fianco sinistro e la testa sul bordo di ceramica della vasca. Il soffione della doccia sul suo corpo. Sonia Luzzati non ci pensa due volte, credendo ad un malore improvviso, estrae la ragazza dalla vasca da bagno e cerca di rianimarla. Tutto inutile, quando arriva l’ambulanza è omai troppo tardi. Angela è morta!
La proprietaria di casa esclude un’aggressione, ma per la scientifica non ci sono dubbi, la ragazza è stata uccisa, ma l’istintivo gesto della Signora Luzzati, complica immediatamente le indagini, in quanto avendo spostato il corpo per cercare di rianimarlo, ha inequivocabilmente inquinato il luogo del delitto e le relative prove. Si inizia, quindi con l’autopsia e a cercare di capire cosa è successo in quelle ore, grazie ai tabulati telefonici, la ragazza ha ricevuto due telefonate in quella casa, la prima alle 10, da parte della padrona di casa che le indacava i lavori da fare in casa. La seconda telefonata risulta intorno alle 11 ed è quella di una sua zia. Alcuni testimoni, dichiarano di aver visto Angela sbattere i tappeti verso le 11.30 e hanno sentito che il citofono dell’appartamento è suonato, la ragazza prima di rispondere ed aprire il portone del palazzo si sarebbe affacciata dal balcone per vedere chi fosse, infatti la porta finestra di quel balcone viene trovata ancora aperta. Chi ha citofonato? Se la ragazza ha aperto significa che conosceva l’indesirato ospite?
A queste domande nessuno ha saputo rispondere, ma molte sono le testimonianze dei vicini che asseriscono di aver sentito, dopo che la porta di casa Luzzati si apriva e si richiudeva velocemente, tonfi e grida, urla così forti da portare due condomini a salire sul piano per cercare di capire cosa stesse succedendo. Credendo in un semplice e animato litigio, non bussano alla porta della casa ma tornano nei loro appartamenti, probabilmente è in quel preciso istante che la giovane viene uccisa. L’autopsia dichiarò che la causa della morte di Angela sia stata dovuta da annegamento, i polmoni sono pieni di acqua, probabilmente la giovane era stata affogata nella vasca da bagno. Dall’esame della scientifica si potè appurare che alcune cose non erano al loro posto, come il letto matrimoniale sgualcito, un orecchino di Angela sul copriletto, i vestiti sparsi disordinatamente in bagno, gli accappatoi sopra la vasca bagnati.
Non vi è dubbio che si tratti di un’aggressione improvvisa, violenta e fulminea, dove l’assassino, dopo aver commesso l’omicidio, lasciò il palazzo indisturbato, senza farsi notare da nessuno. Ma la domanda ritorna prepotente, chi è stato? I sospetti ricadono subito sul fidanzato di Angela, un cotaneo con cui viveva una storia turbolenta da circa tre anni. Non è un rapporto facile tra i due, sul suo diario la ragazza si sfoga, raccontando come lui sia una persona molto gelosa, le impedisce di truccarsi o indossare vestiti troppo appariscenti, litigano spesso i due giovani e spesso Nicola abbia utilizzato la violenza nei loro litigi. Ma il giovane ha un alibi, in quei momenti in cui Angela era uccisa lui era a lavoro e molti colleghi confemano la sua presenza in un luogo troppo distante per compiere un omicidio.
Il caso entra in un vicolo cieco, non ci sono altre piste da seguire e la vita della ragazza non mostra ombre nè misteriose frequentazioni, un mistero di cui forse non si riuscirà mai a trovare la soluzione. Sono passati ormai più di trent’anni da quel maledetto giorno, con le tecniche moderne si potrebbe provare ad analizzare i pochi reperti che furono reperiti all’epoca, ma molti sono andati persi insieme alle pagine del diario delle settimane precedenti all’omicidio che la giovane aggiornava tutte le sere.Una vita spezzata, che dal silenzio del passato merita giustizia.