Lo strascico della polemica per il 25 aprile e’ ancora molto presente….nonostante sia ormai passata la festività nazionale.
Il discorso di Scurati censurato dalla Rai di Stato e liquidato come inadeguato per il cachet richiesto dallo scrittore seppure il suo importo pari ad euro 1800 e’ ben poca cosa rispetto a quello dei veri vip che pure si sono seduti in questi mesi nei salotti Rai come Belen, Fedez, Corona che nessuno ha criticato per il danno economico alle casse Rai e che con tutto il rispetto parlando non hanno certo lo spessore di chi ha studiato una vita intera quanto lui per portare un racconto storico di rievocazione del valore della memoria.
In questo tempo che è di fatto un momento di guerra che infiamma più parti del mondo comunque collegate anche direttamente con noi italiani, fa impressione assistere alla logica della paura per delle parole e non delle bombe quasi che l’ideologia di chi ci governa inevitabilmente stia provando a vestire coi suoi abiti tutti i luoghi di comunicazione cercando di raggiungere il “popolo” eteroguidando i messaggi da veicolare.
E così Scurati inconsapevolmente si è ritrovato nel vortice di una polemica molto più vasta e dilagante di quanto lui stesso immaginasse…essendosi occupato come storico del fascismo e dell’antifascismo, da sempre attento studioso e scrittore seguito per le sue pubblicazioni sui temi del ventennio fascista, voleva con le sue parole portare un messaggio di speranza sul valore della democrazia che è un bene prezioso a cui richiamarsi sempre e nello stesso tempo spingere chi non riesce a farlo a definirsi antifascista , passaggio necessario per valorizzare la memoria storica, rafforzarne il significato e imprimerlo in questo momento.
Purtroppo la sua voce e’ stata tacitata ma il suo discorso è divenuto notissimo, essendo girato tantissimo tra i social, provocando magari anche un impatto maggiore di quello che avrebbe avuto se fosse stato letto nella trasmissione della Bortone, ciò nonostante fa comunque molto male che la libertà di espressione e manifestazione del pensiero – di un intellettuale riconosciuto ampiamente – sia stata oppressa, limitata, esclusa alla tv di Stato che dovrebbe fungere da garante dei valori democratici costituzionali.
Intervistato da Fazio che ha segnato un altro colpo per il Nove invitandolo a Che Tempo che fa dimostrando che oggi il privato è più garantista della tv generalista, Scurati ha dichiarato di aver imparato il valore fondante dei principi democratici di libertà di espressione, di manifestazione del pensiero, che si credevano scontati, di nostra appartenenza, emblema del nostro Stato e invece non è così…parlare di democrazia significa lottare ogni giorno per la democrazia che è stata conquistata dai nostri nonni anche a costo della vita ma che ci spinge quotidianamente a lottare per riservarla e preservarla perché preziosa e da tutelare.
Scurati ha capito sulla pelle e anche noi lo abbiamo compreso che la libertà è un valore da tutelare sempre ma ha bisogno di manutenzione e cautela per essere maneggiata con cura senza rischiare di ferirla o peggio ancora di perderla!
La televisione di fatto ha rinunciato non solo a Scurati ma in generale a raccontare il 25 aprile se non con poche eccezioni tra Cazzullo o Rai storia, perché tema scottante e scomodo anche se sembra un paradosso visto che dovrebbe essere parte della nostra storia, acquisito e condiviso con la gioia di viverlo e festeggiarlo considerato che ai tempi di oggi è più che un privilegio.
Mattarella ha ribadito quanto festeggiare il 25 aprile nasca dai valori fondanti della nostra democrazia e della Costituzione scritta da chi quella rivoluzione l’aveva vissuta e combattuta in prima linea per consentire a tutti noi di respirare aria di pace pur con l’ira funesta della guerra che imperversa intorno a noi e attraversa i nostri cieli e conoscere il valore dell’essere liberi anche di essere Scurati o La Russa o Meloni o Schlein.
E’ il valore della libertà che consente a ciascuno di portare i propri ideali e i propri pensieri anche se in questi ultimi tempi le forme censorie e restrittive sembrano più lampanti a mo’ di editto bulgaro per richiamare la memoria.
La vicenda di Scurati insegna che il 25 aprile è, ancora oggi, anche se inaccettabile, tema divisivo…
A sorpresa scopriamo che ciò che consideravano scontato fino a poco fa come parte fondante del nostro dna di italiani non lo è…non lo è più perché le minacce sono onnipresenti e si insinuano ancor più quando la memoria storica andrebbe rafforzata…
E bisognerebbe fare un ripasso veloce ogni qualvolta queste minacce si avvertono come quando si bloccano gli sbarchi per i disperati nel nostro mare, o ancora quando gli embarghi televisivi dei dissidenti di turno premiati dagli ascolti ma esiliati da chi siede sulle poltrone del potere aumentano e spiazzano il pubblico stesso che li segue, o quando un candidato politico alle europee propone la divisione delle classi a scuola tra buoni – normodotati – e cattivi – disabili o ragazzi con difficoltà, dimenticando che la conquista di una pari dignità per tutti senza alcuna distinzione di sesso, razza, capacità, religione, colore della pelle, quoziente intellettivo, imponibile delle tasche, e’ impressa a caratteri cubitali nella nostra costituzione, o quando si tenta di silenziare il libero pensiero dei giornalisti che stanno provando a combattere le restrizioni a suon di comunicati stampa letti duranti i tg, o, infine, quando alla paura della guerra si preferisce la paura delle parole, alla paura delle bombe si sostituisce la logica di una falsa propaganda, alla paura dei pensieri oppositivi si reagisce con la censura…allora sì che potrebbe vacillare la forza della democrazia….e siccome siamo immersi nel timore dell’imminenza di una guerra mondiale, meglio essere guardinghi a fronte di qualsivoglia segnale sospetto di minaccia alla libertà…e ribadire sempre con forza il valore della libertà e il valore della memoria di chi ha lottato per la vita e ci permette ancora oggi di viverla in pieno, ascoltando e giudicando liberamente le parole di Scurati sì ma senza oscurantismi che rischiano, se non tenuti a bada, di mettere a repentaglio le libertà e di offuscare i sensi della democrazia.