«Ho fatto di tutto per proteggerla, ma non è bastato. Sto pensando di lasciare Napoli appena Noemi uscirà: fa rabbia, è doloroso, ma ci sto pensando. Non voglio fare polemiche. In questo momento conta solo un pensiero: salvare la bambina. Io e mia moglie facciamo di tutto pur di non farle correre pericoli, si fanno sacrifici. Siamo genitori apprensivi, ti viene naturale, no? Sì, lo eravamo già. Uno li protegge in tutti i modi. Io la mando all’asilo privato, la faccio stare sotto una campana di vetro. E poi…”
Queste parole, rilasciate a un’intervista a La Repubblica, appartengono a Fabio, il papà di Noemi, la piccola di appena quattro anni che è stata colpita al petto da uno sparo durante un agguato camorristico, in pieno giorno, a Piazza Nazionale. La bimba è ricoverata, in coma farmacologico e con la respirazione tramite ventilatore meccanico, all’ospedale Santobono e, secondo il personale medico, le sue condizioni risultano stazionarie, sebbene molto critiche. Ricordiamo, infatti, che il proiettile ha perforato i polmoni e sfiorato il cuore.
Si è trattato di qualcosa di veramente inqualificabile e indegno e, ovviamente, le parole del papà, che vive un dolore atroce, sono pienamente comprensibili. C’è da chiedersi, infatti, che razza di società possa mai essere quella che non riesce a tutelare e garantire sicurezza nemmeno per le creature più piccole; quella dove dei pazzi, delle bestie, si sentono libere persino di aprire il fuoco tra la gente! Quanto verificatosi è un episodio che va ben al di là della civiltà e un Paese civile, quale dovremmo essere, in questi giorni, si sarebbe dovuto praticamente bloccare, esattamente come se avessimo assistito a un attentato di matrice terroristica, il quale fosse andato a minare le basi della nostra comune convivenza. Alla luce di ciò, quali misure speciali, non solo d’emergenza, ma ben strutturali si intendono mettere in campo per analizzare e combattere l’inasprimento del fenomeno malavitoso? Francamente, non basta più sentire la sola e solita retorica del “serve più polizia, serve più sicurezza, più telecamere”, alla quale, peraltro, in questi mesi, o meglio, anni, non abbiamo visto corrispondere i fatti. E ancor meno condivisibile è quella esternazione, utile solo a parlare alla pancia dei cittadini, del ministro degli Interni, in visita alla bambina in ospedale, secondo cui “i camorristi dovrebbero spararsi tra di loro senza rompere le palle”; come se la piccola – così come altre vittime in passato – non fosse stata colpita proprio perché le bande criminali si sparano tra di loro; come se alcune aree non fossero sature di tensione proprio perché i clan si fanno la guerra tra di loro!
Sì, è vero, servono più agenti di polizia, più sorveglianza – ci mancherebbe altro – ma questo vale per la superficie, per tutto ciò che c’è alla radice, invece, non è sufficiente. Anticamorra, antimafia significa, anche e soprattutto, investire contro la dispersione scolastica; investire per creare centri di aggregazione sportiva e culturale; investire per supportare i giovani nella creatività e nelle piccole imprese; investire nel turismo… tutte cose banali da dire, ne siamo consapevoli, e sono banali proprio perché consistono negli elementi più essenziali per uno Stato di diritto. Ciononostante, essi non vengono garantiti in maniera equa e adeguata su tutto il territorio nazionale. Ma se non si riesce neppure in questo, allora, tanto meglio sarebbe dichiarare fallita la nostra democrazia e auspicare di essere commissariati da qualche potenza straniera capace di gestire efficacemente la cosa pubblica o, magari, di essere invasi dagli alieni.
Il nostro più sentito augurio è che Noemi possa presto ritornare a stare bene ed essere dimessa. La sua rinascita deve servire a noi tutti come forza per dare il colpo letale alla camorra. Domenica, con lo slogan “DisarmiAmo Napoli”, centinaia di cittadini si sono riuniti in piazza Nazionale al sit-in organizzato da Un Popolo in cammino e al quale hanno aderito molte altre sigle. Questa è la via giusta: riscopriamoci, uniamoci affinché la barbarie non prenda il sopravvento e affinché i genitori, in qualsiasi quartiere, non abbiano paura finanche di scendere per fare una passeggiata con i propri figli, non abbiano paura di farli crescere tra le stupende vie di Napoli.