Non si fa altro che parlare della “Piccola Renna”, la mini serie evento su Netflix.
Baby Reindeer è sbucato in sordina sulla piattaforma, per poi diventare un caso mondiale, un po’ per gli argomenti trattati (una stolker donna) un po’ perché il protagonista sostiene che tutto sia stato tratto da una storia vera (la sua!); fatto sta che da mesi non si parla d’altro.
La serie Netflix Baby Reindeer, scritta da Richard Gadd e diretta da Weronika Tofilska, ha raccolto un enorme successo. La storia vera di Gadd, stalkerato per diverso tempo da una sua fan!
Una storia di persecuzione in cui il protagonista è la vittima e tutto si scatena solo per aver peccato di empatia nei confronti di Martha una donna del tutto estranea.
Vero o falso che sia, a mio parere la serie può essere letta come una serie dai decisi risvolti LGBTQA+
Lui sembra attratto dal mondo gay! Il produttore Darrien che lo”importuna”e lui ritorna sempre a casa sua, fino a subire un violento stupro, e da qual momento come per punirsi, per espiare un senso di colpa o forse solo fortemente attratto da certe dinamiche perverse inizia una serie di incontri da classici cliché gay, locali ambigui, camerini di cruising dove fare esso con estranei. Il protagonista mostra un animo molto fragile, o magari è semplicemente confuso sessualmente e cerca la sua strada?
Martha è un capro espiatorio, per sfuggire a lei sembra percorrere strade buie fino ad esplorare il suo subconscio per scavarsi dentro. Martha sembra la miccia che fa esplodere fuori la vera natura di Donny?
La scena a casa dei genitori dove lui racconta della stalker pone l’attenzione più sui suoi gusti sessuali che sul problema della stalker in se. La madre che lo tratta come un bambino mai cresciuto e tende a fare la chioccia, il cui risultato è un uomo fragile e confuso. Vero anche che l’overloving (eccesso di amore) materno come causa dell’omosessualità è una teoria ormai abbandonata, però le caratteristiche ci sono tutte. Fatto sta che quell’ episodio “suona” come un vero e proprio coming out più che un racconto della sua esperienza.
Il fulcro centrale della serie.
Le madri iperprotettive che vedono il figlio come un eterno bambino anche se è già adulto, spesso riferendosi a lui con vezzeggiativi tipici di una relazione infantile e questo può essere legato alla SUA ostinazione infantile di fare il comico senza successo.
Il figlio troppo amato incapace di vivere la sua sessualità con una donna e che potrebbe sfociare in impotenza o omosessualità.
Non ultima la storia d’amore nascosta e furtiva che ha con Teri la bella ragazza trans di cui è attratto ma al tempo stesso gli suscita repulsione, angoscia, transfobia.
Donny ha paura di se stesso, delle sue pulsioni gay e Martha è lo strumento inconsapevole che lo spinge a porsi delle domande, tentare strade, da qui il coming out e l’amore per Teri (quasi del tutto accettato). Una terapia d’urto inconsapevole che attraverso il dolore gli fa capire esattamente chi è e cosa cerca.
Una serie sulle complessità dei rapporti umani. E su come arrivare al coming out anche attraverso una vicenda tragica e stressante come una persecuzione personale.
Menzione per la bella attrice transessuale Nava Mau. Nella vita reale, Nava è un’attrice, regista e operatrice culturale pluripremiata, nata a Città del Messico. Inoltre Nava è un’appassionata sostenitrice dei diritti LGBTQA+ e lavora nel campo della giustizia comunitaria, della lotta alla violenza e dell’educazione politica.