Roberto Bracco, nato a Napoli nel 1861, è stato un arguto giornalista e un grandissimo autore di testi teatrali, più volte candidato al Nobel per la letteratura. Nel 1886, anno in cui iniziò la collaborazione al Corriere di Napoli, venne rappresentato dalla compagnia teatrale di Ermete Novelli, al Teatro Sannazzaro, l’atto unico della sua prima commedia Non fare ad altri, firmandosi con lo pseudonimo Baby. Fatto curioso fu che proprio a quel periodo si ascrive una delle più note polemiche sullo spiritismo, una diatriba provocata e sottoscritta sotto mentite spoglie da Roberto Bracco, che si diffuse d’oltrape; basti pensare che l’opuscoletto Spiritismo di Baby (che poi l’autore rinnegò, pur accondiscendendo una ventina d’anni dopo a una ristampa) fu pubblicato in ben centocinquantamila copie che andarono a ruba in pochi giorni al prezzo di 50 centesimi a copia. Va ricordato che Napoli era un brulicare di ipnotizzatori, medium e sedute medianiche, scuole di pensiero sul magnetismo e sullo spiritismo. Bracco, prima di cercare di smascherare alcuni presunti trucchi portando a testimonianza personalità del calibro del famoso neurologo e psichiatra Leonardo Bianchi, raccontò di aver partecipato personalmente ad alcune sedute spiritiche tenute nella famosa casa del Cavalier Ercole Chiaia. All’opuscolo di Bracco rispose il Professor Modestino de Ciutiis con un altro libretto che infervorò ancor di più la polemica durante tutta l’estate del 1886. La diatriba si inasprì finché il commediografo non pubblicò un breve comunicato nel quale si annunciava un duello inventato tra i signori Morello e Baby, e che si era concluso con la morte di quest’ultimo. La notizia, accolta dai napoletani con uno scroscio di risa, fu ripresa dal Figaro di Parigi e si diffuse velocemente in tutta Europa: i giornali, soprattutto quelli inglesi, annunciarono che a Napoli si era tenuto un duello con la pistola a causa di una vertenza sullo spiritismo. Da quel combattimento immaginario, Baby iniziò a lasciare definitivamente il posto al suo vero io.