Capita frequentemente di sentire di animali che ingeriscono corpi estranei, in particolare cani che ingoiano interi calzini o gatti che mangiano nastrini coi quali solitamente giocano.
L’evento potrebbe passare addirittura inosservato ed il nostro beniamino riuscire a defecare l’oggetto o a vomitarlo senza portare gravi danni o creare importanti problematiche che potrebbero essere risolvibili esclusivamente chirurgicamente.
Ma perché gli animali mangiano materiali non destinati alla nutrizione? Lo fanno solo gli animali? Si tratta di un disturbo del comportamento chiamato “pica” o “allotriofagia” ed è caratterizzato dall’ingestione ripetuta (quindi non l’evento isolato) di sostanze non alimentari e spesso (ovviamente), dannose per l’organismo. La “pica” è considerata “fisiologica” nei cuccioli di tutte le specie che sono soliti conoscere il mondo con il gusto e quindi con la bocca, nell’essere umano infatti è accettata sotto i 2 anni di età e soprattutto non deve protrarsi oltre il mese; ecco perchè tutti i cuccioli vanno a maggior ragione monitorati e tenuti sotto controllo.
Il termine “pica” deriva dal latino ed il significato è “gazza”, uccello noto per l’inclinazione a sottrarre oggetti e conservarli nel nido o, più raramente, mangiarli. Come per gli esseri umani, un animale affetto da questo disturbo spesso è associato anche ad altri come, ad esempio, ansia, depressione ecc.
Chiaramente l’ingestione di sostanze quali: legno, carta, calzini, gesso, cemento o peggio può facilmente provocare problemi intestinali, ulcere, infezioni, anemia e quanto di più tragico si possa immaginare.
Posto che l’unica soluzione è preventiva e tenere impegnato il nostro cane, gatto, coniglio, pappagallo anticipandone i bisogni e non lasciandolo troppe ore solo ad annoiarsi, qualora avesse ormai sviluppato questo disturbo l’unica risorsa è il veterinario comportamentalista.
Sappiate che l’allotriofagia se concentrata su un materiale specifico varia di nome, ecco alcuni esempi: geofagia per il terreno, xilofagia per il legno, tricofagia per peli e capelli, litofagia per pietre e chi più ne ha più ne metta.