La Fondazione Salvatore Cambosu ha lo scopo di stimolare la lettura, la conoscenza e la ricerca relativa alle opere e al pensiero di Salvatore Cambosu, divulgandone e approfondendone il messaggio culturale, storico e umano.
Luigi Contu, con “I libri si sentono soli” (La Nave di Teseo) nella sezione Giornalismo, e Ciro Auriemma, con “La lama e l’inchiostro” (Piemme) nella sezione Narrativa, sono i vincitori della quinta edizione del Premio letterario nazionale Salvatore Cambosu.
La cerimonia di consegna si è svolta il 22 dicembre a Orotelli, paese natale dello scrittore scomparso nel 1962, esponente della corrente letteraria neorealista sarda.
“Nella sezione Giornalismo – afferma la presidente della Giuria – il vincitore Luigi Contu ha saputo ripercorrere attraverso la biblioteca di famiglia, pagine della storia privata e pubblica del nostro recente passato. Nella narrativa il vincitore Ciro Auriemma ci ha regalato un sontuoso romanzo storico dove alla documentata presenza storica a Cagliari di Miguel de Cervantes ha unito la fantasia di un noir avvincente, quasi da cappa e spada”.
Il concorso viene organizzato ogni due anni dalla Fondazione Cambosu e dedicato alla figura del grande intellettuale sardo.
“I libri vivono una vita propria che si incrocia con la nostra. Se li lasci abbandonati sugli scaffali per troppo tempo si intristiscono. Non basta comprarli e leggerli. Vanno vissuti, curati, consumati, soprattutto quelli che ti sono piaciuti di più o che ti hanno colpito, emozionato, magari turbato. Devi continuare a viverli anche dopo che hai finito di leggerli. I libri si sentono soli Luigi, come noi”. Le parole di un padre al figlio passano il testimone di una biblioteca di famiglia e di tutte le storie che quei libri, raccolti per tre generazioni, hanno l’impazienza di raccontare. Luigi Contu le insegue con l’intuito del cronista e la grazia dello scrittore, in un’indagine che parte da un appunto perduto per dare vita a un appassionante viaggio che attraverso i libri conduce nella storia di una famiglia, intrecciata con le vicende italiane, dai primi del Novecento ad oggi. Tra epiche imprese di banditi sardi, pagine di diari in trincea, testi futuristi e una poesia ritrovata di Ungaretti, “I libri si sentono soli” è un romanzo di avventure letterarie, per chi ama i libri e i segreti che nascondono.
Cagliari, 1573. È quasi il crepuscolo quando alla porta di Miguel de Cervantes, giunto in Sardegna al soldo del viceré, bussa forte Pablo, un giovane che l’uomo ha preso sotto la propria ala. «Vi cercano» grida, «dovete scappare!» Sul cadavere di Felipe Dulces, un nobile cagliaritano, è appena stato ritrovato il pugnale moresco dello spagnolo e le guardie stanno venendo ad arrestarlo. Il movente potrebbe essere passionale, dato che Cervantes è l’amante della moglie del nobile. Manca però l’opportunità: i due si trovavano insieme, proprio in quella stanza, mentre l’uomo veniva ucciso. Ma Miguel non vuole compromettere la donna per scagionarsi, così si mette in fuga. Anche perché le prove a suo carico, come scopre dallo stesso viceré, sono consistenti: nella stanza della vittima è stato rinvenuto un documento falso dal quale si evincerebbe che Miguel avrebbe ottenuto dei benefici se avesse ucciso il Dulces. Inizia così l’appassionata e pericolosissima indagine di Cervantes e del fedele Pablo per scoprire la verità; saranno giorni d’avventura e paura, fughe rocambolesche, funzionari corrotti, lotte di potere e sette segrete, che renderanno indimenticabile il soggiorno di Miguel a Cagliari e che verranno resi immortali da alcune delle sue pagine più belle.