Teatro Nuovo di Napoli
La Stagione 2024/2025
Il Nuovo da scoprire è il titolo della stagione del palcoscenico
partenopeo, nel 300esimo anniversario dall’apertura del sipario
Sarà Il Nuovo da scoprire il fil rouge dell’intera stagione 2024/2025 del Teatro Nuovo di Napoli, un gioco di parole che prova ad accompagnare lo sguardo dello spettatore, come quello degli stessi attori protagonisti, a riconoscere nella drammaturgia contemporanea uno degli elementi importanti della società attuale.
Quattordici spettacoli, tra prosa e musica e danza, animeranno il palcoscenico, dal prossimo mese di novembre fino ad aprile 2025, con un cartellone ricco d’incroci tra generi e stili, testi classici e contemporanei, riscritture e nuove sperimentazioni teatrali, unitamente alla seconda edizione della rassegna di danza Open Dance, gli appuntamenti di stand up comedy e un segmento dedicato ai progetti under 35 di prossima presentazione.
L’esperienza della relazione che il teatro stabilisce tra gli attori e il pubblico in questa sala, per le sue caratteristiche di luogo e spazio, ha rafforzato l’esistenza della storica sala dei Quartieri Spagnoli, proseguendo il suo percorso come luogo di aggregazione e di cultura cittadino.
«Una stagione teatrale – sottolinea Alfredo Balsamo, direttore del Teatro Pubblico Campano – che vuole offrire al pubblico un panorama vario di generi e linguaggi nella continuità di una linea artistica che possa risultare allo stesso tempo riconoscibile ma nuova. Un cartellone all’insegna di grandi ritorni e nuove proposte con lo sguardo sempre attento alla nuova drammaturgia e alle nuove generazioni, che troveranno spazio nelle sezioni a loro dedicate».
Sono proprio questi presupposti che stimolano a lavorare tenacemente per la creazione di un’offerta culturale sempre più in sintonia con il pubblico, in cui sia gli “affezionati” sia i “nuovi” fruitori possano trovare sempre più interessanti le proposte.
I volti di artisti del panorama teatrale, tra i quali Carlo Cecchi, Ascanio Celestini, Luciano Rosso e Alfonso Barón, Antonella Morea, Imma Villa, Marta Cuscunà, Giovanni Ludeno, Le Ebbanesis, Silvia Gallerano, daranno voce e anima alle storie sul palcoscenico partenopeo.
Palcoscenico che ospiterà spettacoli e riletture firmati da registi, in alcuni casi anche interpreti in scena, del panorama nazionale e internazionale come Hermes Gaido, Andrée Ruth Shammah, Carlo Cerciello, Mario Perrotta, Peppino Mazzotta, Emanuele D’Errico, che porteranno in scena testi di autori come, fra gli altri, Joseph Roth, Eduardo De Filippo, Enzo Moscato, Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico, Igor Esposito.
La programmazione prenderà il via, giovedì 7 novembre, nell’anno del 40esimo dalla scomparsa di Eduardo De Filippo, con Ditegli sempre di sì con Mario Autore, Anna Ferraioli Ravel e Domenico Pinelli, che firma anche la regia. Un progetto che Tommaso De Filippo ha sposato immediatamente, offrendo l’occasione a giovani artisti di lavorare su questo meraviglioso testo. Commedia divertentissima, retta da un meccanismo comico perfetto, pregna di spunti riflessivi riguardo una materia estremamente affascinante che Eduardo studiò sicuramente bene: la pazzia.
Ascanio Celestini immagina la vita di Francesco oggi in Rumba, terza parte di una trilogia composta anche da Laika e Pueblo, in scena da giovedì 14 novembre, accompagnato dalle musiche di Gianluca Casadei. Come il santo vivrebbe la povertà nell’Italia contemporanea e quale compagno di strada sceglierebbe, per non essere semplicemente povero, ma servo dei poveri.
È uno spettacolo-esperimento-serata-happening-sabba-pigiama party-assemblea Svelarsi, evento per sole donne (cis, trans, non binary) che Silvia Gallerano porterà in scena martedì 26 novembre. Un momento di condivisione e di riflessione piuttosto allegro su temi come il femminismo, l’umiliazione, la rivalsa, il senso di colpa, l’autodeterminazione, che genera parecchie risate e una smodata sorellanza.
In ogni tornata elettorale, la prima vera notizia è la crescente astensione degli aventi diritto, secondo gli analisti una malattia irreversibile. Ed è così che Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri in Un giorno come un altro, da giovedì 5 dicembre, si ritroveranno fianco a fianco nella sezione 4607 ad aspettare gli elettori che non arriveranno mai. Uno spettacolo sospeso dove Godot sono gli italiani, scritto e diretto da Giacomo Ciarrapico.
Dopo Serenvivity e Transleit arriva, giovedì 19 dicembre, Bek Steig, il nuovo spettacolo musicale del duo Ebbanesis, che mostra le artiste in un camerino, in quel tempo fatto di preparazione, intimità, goliardìa, confidenze, incomprensioni, chiarimenti, idee, concentrazione, che di fatto precedono il concerto in pubblico. Lo spettacolo mostrerà le due interpreti con tutte le caratteristiche e sfumature che le rappresentano.
È un adattamento di Sartre e riscrittura di Seneca Le Troiane creazione scenica di Carlo Cerciello che prende vita da tre opere del drammaturgo greco, con Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei, da giovedì 9 gennaio. L’allestimento, pur conservando la tematica principale della tragedia di Euripide, quella, cioè, della disumanità e dell’ingiustizia della guerra che non risparmia né vinti né vincitori, abbandona i confini netti tra vittime e carnefici per indagarne le zone grigie.
Scannasurice è il testo che, nel 1982, segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete, e, nel 2015, messo in scena da Carlo Cerciello, affidando l’interpretazione a Imma Villa. L’omaggio all’attore, drammaturgo e regista sarà in scena dal 18 gennaio. Una sorta di discesa agli “inferi”, di un personaggio dalla identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee.
Solo uno scrittore dall’anima bella di poeta come Joseph Roth poteva raccontare in poche paginette una di quelle storie che fanno subito breccia nel nostro cuore come La leggenda del santo bevitore, in scena da giovedì 30 gennaio, con Carlo Cecchi e la regia di Andrée Ruth Shammah.
La parabola del protagonista Andreas è un’inquirente discesa nel delirio, ma soprattutto nell’impotenza, di quella oscurità ubriaca e piena di lampi che scandisce i suoi ultimi istanti di vita.
Radio Argo suite è una performance per voce e musica, riscrittura dell’Orestea di Eschilo a cura del poeta e drammaturgo Igor Esposito, in scena dal 15 febbraio con l’interpretazione e la regia di Peppino Mazzotta. Una coraggiosa impresa drammaturgica, una densa partitura con una forte vocazione libertaria e ribelle che risulta, tuttavia, fedele ai materiali classici di riferimento.
La Semplicità ingannata, di e con Marta Cuscunà riporta alla luce la voce di un gruppo di giovani donne, che, nel Cinquecento, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti della cultura maschile. In scena dal 20 febbraio, l’allestimento parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo.
Un Poyo Rojo, in scena dall’8 marzo, è una provocazione, un invito a ridere di noi stessi esplorando tutto il ventaglio delle possibilità fisiche e spirituali dell’essere umano. Uno spettacolo esplosivo con la coreografia degli artisti argentini Luciano Rosso, Alfonso Baron, anche interpreti, e Nicolas Poggi, per la regia di Hermes Gaido, che unisce comicità e commozione, combinando teatro, danza e acrobatica
La storia di Alfredo, uomo normale e brava persona con un lavoro qualunque, sempre gentile e rassegnato verso le piccole prevaricazioni del quotidiano, prende vita nello spettacolo Migliore di Mattia Torre, con Giovanni Ludeno e la regia di Giuseppe Miale di Mauro, in scena dal 15 marzo. Il protagonista si trova un giorno coinvolto in un incidente nel quale una donna perde la vita. Completamente assolto dalla giustizia, entra in una crisi profonda e cambia il suo modo di porsi nei confronti delle persone.
Felicissima jurnata, in scena da giovedì 27 marzo, cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e i protagonisti di Giorni Felici di Samuel Beckett. Un allestimento di Emanuele D’Errico, interpretato da Antonella Morea e Dario Rea, che nasce da un’esperienza ben precisa, vissuta attivamente da Putéca Celidònia a partire dal 2018 all’interno del Rione Sanità di Napoli.
A chiudere la stagione teatrale 2024/2025 del Teatro Nuovo di Napoli, dal 10 aprile, sarà lo spettacolo Dei figli di Mario Perrotta, anche interprete con Luigi Bignone, Dalila Cozzolino, Matteo Ippolito, che si avvale della consulenza drammaturgica di Massimo Recalcati. L’allestimento conclude la trilogia In nome del padre, della madre, dei figli, provando a ragionare su quella strana generazione allargata di “giovani” tra i 18 e i 45 anni che non ha intenzione di dimettersi dal ruolo di figlio.
Anche la programmazione di questa stagione rafforza l’essenza stessa del Nuovo, affinché il teatro possa continuare a svolgere la funzione che gli è propria: offrire al pubblico emozioni e suggestioni, all’insegna della forza stimolante ed evocativa del teatro.
La campagna abbonamenti sarà aperta da mercoledì 5 giugno 2024,
per info e aggiornamenti è disponibile il servizio di botteghino al numero 0814976267
e all’indirizzo email botteghino@teatronuovonapoli.it.
Teatro Nuovo Napoli, Via Montecalvario, 16
Stagione 2024/2025
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