L’emergenza, vera ed evidente, sta per finire: in attesa dei ritorni dalla Coppa d’Africa di Osimhen e di Anguissa (anche se il bomber prolifico e leader dell’anno scorso sembra essere di nuovo essere stato sostituito dal giocatore indolente e pronto a varcare verso altri lidi), dalle squalifiche, dei recuperi dei vari infortunati e dall’inserimento dei nuovi, Mazzarri presenta di nuovo una squadra ultradifensiva per portare via un risultato positivo dall’Olimpico.
La partita è di rara bruttezza, nessuno dei due portieri fa una sola parata nell’arco di tutta la gara: sono spariti nel nulla sia il bel gioco di Sarri, sulla sponda laziale, sia il Napoli di Spalletti, eclissatosi insieme all’abdicazione del Lucianone nazionale.
Le recriminazioni di Martusciello e Luis Alberto che hanno visto, beati loro, una Lazio dominante e arrembante fanno sorridere.
Il risultato ad occhiali era l’unico possibile e siamo sicuri che se la partita fosse ancora in corso, difficilmente qualcuno dei protagonisti in campo sarebbe riuscito a sbloccarla.
Il Presidente De Laurentiis aveva promesso 5 acquisiti e ha mantenuto la parola: il dubbio, lecito, è quanto possano questi nuovi acquisti incidere sul gioco di una squadra che tira pochissimo in porta ma che, va detto, tiene il campo con maggiore tranquillità senza subire gol a ripetizione come avvenuto nel recente passato.
Perchè se è vero, come è vero, che questa squadra in attacco produce quasi zero, seppur con tutti gli alibi di assenze pesantissime (basti pensare che ieri mancavano, contemporaneamente, Osimhen, Kvara e Simeone), è altrettanto vero che nelle ultime tre gare ufficiali contro Fiorentina, Lazio e Inter il Napoli ha subito un solo gol, quello di Lautaro, dopo aver giocato oltre mezz’ora in dieci.
Il lavoro di Mazzarri sta iniziando a mostrare qualche frutto, seppur acerbo: adesso è il momento di capire se la maturazione proseguirà aggiungendo alla ritrovata solidità difensiva anche qualche gol in più.
Ieri si sono visti tre dei nuovi volti: oltre a Mazzocchi, che già aveva avuto modo di giocare, anche Dendocker e, soprattutto, Ngonge hanno mostrato quali sono le caratteristiche fisiche e tecniche che possono mettere a disposizione di una squadra che, nonostante l’attuale nono posto in classifica, si trova a soli 4 punti dal quarto posto.
Ci saranno, probabilmente, ancora dei movimenti in entrata (Perez), qualcosa in uscita dopo i saluti di Elmas (che non si sia pentito?) e Zerbin.
Di certo è una fase di transizione, un periodo che tutti i tifosi azzurri sperano di superare in fretta, dopo i fasti dello scorso campionato.
La sfida di domenica prossima contro il Verona, smontato dal proprio Presidente con una campagna cessioni senza precedenti, è una occasione più unica che rara per rimettersi in carreggiata e riguadagnare punti, gol e morale.