Quando il cuore chiama è impossibile non rispondere e, questo, la gente di Forcella lo sa bene; anche stasera, per la ripartenza del Teatro Trianon Viviani la sala era gremita. Tante novità, tanta musica ed una nuova ardua strada da percorrere. Andando con ordine vi racconto cosa sta accadendo in questi giorni ad uno dei più antichi e nobili teatri napoletani.
Partiamo subito dalle noie burocratiche: con la stagione appena iniziata c’è stato un cambio (e che cambio)nel ruolo di direttore artistico: a Nino D’Angelo succede Marisa Laurito. Una donna che tanto ha dato a Napoli ed alla sua gente, prende oggi, per i futuri tre anni, le redini di un progetto di riqualifica e di rinnovo che dovrà portare al “ritorno” della musica napoletana sui grandi palchi. In effetti, alla presentazione ufficiale di ieri sera, questo è stato il nocciolo delle poche ma intense parole della nota artista partenopea. Napoli ha, per troppo tempo, perso la musica napoletana ed è ora che questa ritorni in pompa magna. Al suo fianco altri due nomi di grande rilevanza, quali quello di Davide Iodice e Nello Mascia, si occuperanno di progetti paralleli sempre ideati per il Teatro Trianon Viviani.
Veniamo ora alla parte più gradevole di questo articolo, lo show…il primo spettacolo della “gestione Laurito”; andiamo a parlare adesso di “Quelle del Festival”. Uno spettacolo che, come già citato, vuole riportare la canzone napoletana al centro della scena musicale e lo fa grazie all’ausilio di grandi voci del panorama partenopeo che si sono esibite in alcune tra le più belle canzoni della nostra tradizione. Stiamo parlando di pezzi come “Perdere l’amore”, “Tu si’ na cosa grande”, “Tuppe tuppe, Marescia’” ed ancora “Femmene ‘e mare”, “Indifferentemente” e via così discorrendo. Tra le migliori esibizioni vanno menzionate assolutamente quelle di Alessia Cacace ed Antonio Siano che hanno lasciato una traccia forte e impressa nel pubblico; una melodia ed una vocalità non indifferente per entrambi. Ad onor di cronaca devo anche affermare che ci sono state delle note dolenti quali l’interpretazione di Luciano Caldore in “Perdere l’amore” che, dispiace a dirlo ma, ha visto un esecuzione a tratti fuori tempo e non coerente con la linea della melodia e l’arrangiamento scomposto in “Guaglione” eseguita da Lino Tozzi che, sulle parti forti, ha reso poco causa una partitura per batteria, forse, non proprio idonea. E’ giusto menzionare anche Gino Da Vinci, Giusy Attanasio, Enzo Esposito, Mavi Gagliardi, Alfredo Minucci, Teresa Rocco, la bellissima Edda Cioffi ed il direttore Peppino Fiscale.
E’ inutile nascondersi dietro i soliti luoghi comuni: quello che aspetta la Laurito, è un percorso davvero complicato. Non è facile fare cultura, non è facile soprattutto a Napoli (anche se abbiamo insegnato tanto al mondo intero) e, lo dico serenamente, non è facile con questa sporca politica. Si tende sempre a dimenticare che, in fondo, se si ricopre una carica o uno status è grazie a qualcuno (tanti “qualcuno”) che ci riconosce in quanto tali. Non si può far attendere chi LAVORA DURAMENTE per portare cultura sul territorio. Non si può far attendere chi INSEGNA E TRAMANDA VALORI E TRADIZIONI. Noi di Senza Linea saremo sempre vicini alle sorti del Teatro Trianon Viviani e di tutti quelli che si spendono per il nostro territorio.
Ad Maiora!