Archiviata la fin troppo sofferta vittoria contro il Brescia nel “lunch match” di Domenica al San Paolo, il Napoli si rituffa in Champions League.
Dopo lo splendido esordio contro i Campioni d’Europa del Liverpool, demoliti al San Paolo per 2-0, gli azzurri sono chiamati al bis contro i belgi del Genk, reduci dal pesante k.o (2-6) rimediato a Salisburgo nell’altra partita della prima giornata del girone E.
Sarà sicuramente una partita speciale per Kalidou Koulbaly, che con la compagine delle Fiandre ha giocato per due stagioni, dal 2012 al 2014, con 52 presenze e 3 reti messe a segno.
Fu proprio nell’ultima stagione a Genk che l’allora tecnico azzurro Rafa Benitez notò il possente difensore senegalese e decise di contattarlo direttamente per convincerlo a trasferirsi all’ombra del Vesuvio: Koulibaly racconta sempre di aver stentato a credere all’interesse del tecnico spagnolo nei suoi confronti, tanto di aver pensato ad uno scherzo telefonico quando l’allenatore provò a chiamarlo per proporgli il passaggio al Napoli.
Non ci sono precedenti tra le due squadre, e del resto nella sua storia europea il Napoli ha affrontato solo 7 volte compagini belghe: nei 4 precedenti in trasferta gli azzurri hanno vinto in una sola occasione, a fronte di 2 sconfitte e di un pareggio, il 2-2 in coppa delle Alpi contro il Waregem del 14 Luglio 1969.
Gli azzurri hanno vinto proprio la partita più recente, nel girone di Europa League 2015/2016, quando hanno battuto il Bruges per 1-0 il 26 Novembre 2015 con gol del difensore Vlad Chiriches, un bel piatto destro a volo da calcio d’angolo.
Più lontana nel tempo e ben più amara la prima sconfitta in Belgio degli azzurri: parliamo della celebre semifinale di ritorno della Coppa delle Coppe del 20 Aprile 1977 contro l’Anderlecht, finita 2-0 per i padroni di casa, che ribaltarono l’1-0 firmato da Bruscolotti al San Paolo ed eliminarono il Napoli ad un passo dalla prima finale europea della sua storia.
Di Thiessen e Van Der Elst le reti che condannarono ingiustamente i partenopei, penalizzati dall’arbitraggio palesemente casalingo dell’arbitro inglese Matthewson, il quale annullò, tra l’altro, un regolarissimo gol di Speggiorin che sarebbe valso la finale.
Tempo dopo si scoprì che l’arbitro britannico era agente di commercio della birra di proprietà del patron dell’Anderlecht, ma era troppo tardi anche per i rimpianti.
Mentre quel Napoli inseguiva un sogno sfidando una compagine all’epoca ben più blasonata (l’Anderlecht era detentore del trofeo e aveva tra le proprie fila giocatori del calibro di Haan e Rensenbrink), oggi gli azzurri vanno in Belgio da favoriti, consapevoli di essere ormai in pianta stabile tra le formazioni più interessanti del panorama continentale.
Rispetto per il Genk dunque, ma i ragazzi di Ancelotti sono chiamati a fornire una prestazione all’altezza delle loro possibilità, per assicurarsi altri tre punti e porre una seria ipoteca sul passaggio del girone.