In un’epoca dove la complessità delle relazioni familiari sembra raggiungere nuovi livelli, arriva nelle sale cinematografiche italiane un film che promette di farci sorridere e riflettere sui legami che ci uniscono. “Come far litigare mamma e papà” ci immerge nel mondo di un bambino che, stanco della perfetta armonia tra i suoi genitori, decide di mettere in atto un piano tanto ingegnoso quanto rischioso: farli litigare.
Ma cosa si cela dietro questo desiderio apparentemente infantile? È solo una semplice voglia di trasgressione o nasconde un bisogno più profondo di cambiamento e di normalità? Il film di Gianluca Ansanelli, ispirato alla realtà di molti bambini che crescono in famiglie apparentemente ideali, ci invita a interrogarci sul concetto stesso di famiglia perfetta e sulla complessità dei rapporti intergenerazionali.
Attraverso le vicende del piccolo protagonista e della sua famiglia, il film ci mostra come l’apparenza possa ingannare e come anche nelle famiglie più unite possano nascondersi tensioni e insoddisfazioni. Ma ci ricorda anche che l’amore e l’affetto sono i pilastri fondamentali su cui si costruisce ogni rapporto, e che a volte è proprio attraverso i conflitti che si può imparare a conoscersi meglio e a crescere insieme.
In questa recensione, esploreremo a fondo le tematiche affrontate dal film, analizzando la trama, i personaggi, la regia e la colonna sonora. Cercheremo di capire se “Come far litigare mamma e papà” è riuscito nell’intento di farci ridere e riflettere, e se è in grado di lasciare un segno nel cuore degli spettatori.
Il piccolo protagonista, stanco di vedere i suoi genitori sempre d’accordo e affiatati, decide di escogitare un piano infallibile per farli litigare. Con l’aiuto dei suoi compagni di classe, tutti figli di genitori separati, mette in atto una serie di stratagemmi più o meno ingegnosi, convinto che solo così potrà vivere la vita “normale” a cui aspira. Ma le cose non vanno come previsto e il bambino si troverà presto a dover affrontare le conseguenze delle sue azioni.
“Come far litigare mamma e papà” si presenta come una commedia all’apparenza innocua, adatta a un pubblico familiare. Tuttavia, il film fatica a trovare la giusta chiave per coinvolgere lo spettatore. La trama, pur promettente, risulta a tratti prevedibile e gli equivoci si susseguono in maniera un po’ meccanica. Gli attori, guidati da Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini, offrono interpretazioni solide, ma i loro personaggi sembrano un po’ stereotipati e poco approfonditi.
La colonna sonora accompagna discretamente la narrazione, senza lasciare un segno particolarmente profondo. La regia di Gianluca Ansanelli, pur mostrando qualche buona intuizione, non riesce a conferire al film un’identità visiva forte e originale.
“Come far litigare mamma e papà” potrebbe piacere ai più piccoli, attratti dalle gag e dalle situazioni comiche, e ai genitori che cercano un film leggero da vedere in famiglia. Tuttavia, gli adulti potrebbero trovarlo un po’ troppo semplicistico e privo di una vera e propria profondità.
Il film si inserisce nel panorama del cinema comico italiano degli ultimi anni, un genere che sembra faticare a rinnovarsi e a proporre prodotti originali. “Come far litigare mamma e papà” non fa eccezione, confermando la difficoltà di trovare nuove strade e di affrontare tematiche più complesse con un linguaggio leggero e divertente.
In conclusione, “Come far litigare mamma e papà” è un film che si lascia guardare senza annoiarsi, ma che non lascia un ricordo indelebile. L’intento di affrontare il tema della famiglia in modo leggero è lodevole, ma il risultato finale è un po’ deludente. Il film manca di quella scintilla che lo renderebbe memorabile e capace di emozionare davvero.
Il film è al cinema da Agosto e ha riscontrato un buon successo di pubblico…che ci possa essere un continuo?