Il 7 novembre il ranger di casa Bonelli è tornato in edicola con numero 685 di Tex, I Difensori di Silver Bow, seconda parte di . La storia riprende da dove si era interrotta, nel precedente Wolfman (Tex n°684, ne abbiamo parlato QUI ): Tex e Kit sono impegnati a proteggere la piccola cittadina mineraria di Silver Bow dal terribile Wolfman. Il quale, da parte sua continua la caccia all’ assassino di suo fratello Justin, ucciso dalla mano ignota di uno degli abitanti della cittadina. Quando Tex svelerà il mistero, sarà suo compito proteggerlo dalla furia di Wolfman e affrontare il bandito una volta per tutte.
Pasquale Ruju chiude a colpi di scena tutti i fili narrativi tessuti nel corso del numero precedente. Il ritmo della narrazione prosegue sempre più serrato, con un moto ascendente che esplode nel finale. In questo secondo capitolo trovano maggior spazio alcuni personaggi poco approfonditi nella prima parte, come lo stesso Wolfman. Si scopre così che la rabbia di quest’ultimo è mossa non dalla semplice sete di vendetta fine, ma dal senso di colpa per la morte del fratello, di cui in un certo senso si sente responsabile. Tale responsabilità non è usata in chiave giustificativa, ma complessifica la dinamica narrativa, rivelando una vena di umanità in un personaggio che fino a quel momento era poco più di uno stereotipo.
Interessante su questa linea è anche l’ utilizzo corale della massa degli abitanti di Silver Bow, non solamente catalizzatore della vicenda, e pretesto narrativo, ma presentata come una sorta di personaggio collettivo della vicenda. Nel connubio tra il mistero dai toni western e la storia di vendetta convince e intrattiene il lettore con una storia tutt’altro che scontata, pur rispettando tutti gli stilemi tipici del western e di Tex, come l’ironia tipica delle battute di quest’ultimo e della sua spalla Kit.
I disegni di Alfonso Font descrivono dettagliatamente il paesaggio gelido delle montagne nord-americane, che fa da sfondo alla vicenda. La caratterizzazione dei personaggi è precisa e ben delineata, con un recitato intenso e credibile. Dai loro volti trasuda la drammaticità e la tensione della vicenda da loro vissuta. Durante le scene d’azione, soprattutto verso il finale, sorprende il modo in cui gestisce la tavola, assolutamente in linea con la narrazione ricca di colpi di scena. Il tutto concorre a rendere la lettura di questo numero divertente e avvincente, capace di regalare qualcosa sia al lettore di Tex più incallito, sia ad un neofita delle storie di Aquila della Notte.