Attraversare Piazza del Plebiscito bendati, partendo dalla porta di Palazzo Reale fino ad oltrepassare le due statue equestri, Carlo III di Borbone e Ferdinando I delle due Sicilie, che dominano al centro della piazza, sembra che fosse il gioco preferito della regina Margherita di Savoia. Un gioco alquanto macabro se si considera che la sovrana concedeva, una volta al mese, ai condannati a morte la possibilità di salvarsi soltanto se fossero stati capaci di superare la prova. Chiaramente non riuscendo nell’impresa essi venivano lasciati al proprio tragico destino.
Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia, sposa del re Umberto I, fu la prima consorte d’Italia. Proclamata regina nel 1878, esercitò grande ammirazione presso il popolo affascinato dalle sue apparizioni pubbliche, durante le quali la sovrana si mostrava particolarmente affabile. Donna culturalmente acuta, spinta fin dalla giovinezza ad una curiosità intellettuale, arricchita da studi più approfonditi, influenzò fortemente le scelte politiche del consorte, tanto che addirittura dopo la loro separazione coniugale, a soli due anni dal matrimonio, perpetuò ad affiancarlo, recitando dignitosamente la sua parte di consorte per il pubblico, non escludendo una stretta collaborazione in occasione di alcuni cruciali passaggi politici. Difatti, era capace di dire e fare le cose più appropriate per suscitare l’entusiasmo popolare. Ebbe un ruolo determinante nel radicamento e nella costruzione della dimensione nazionale della casa regnante, soprattutto per via della sua particolare idea del concetto di regalità, improntato su un tipo di monarchia che si rifaceva all’assolutismo illuminato. Inoltre, molti furono gli omaggi ricevuti da diversi intellettuali e poeti di corte, primo fra tutti Giosuè Carducci, con le sue odi Regina d’Italia, Il liuto e la lira e Eterno femminino regale.
Fu così amata che le furono dedicate diverse opere, come i Giardini Margherita, il parco pubblico di Bologna, la Capanna Margherita costruita sul Monte Rosa, il parco botanico Villa Margherita a Catanzaro, l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, e così tante altre ancora. Naturalmente non si non ricordare anche il tributo fatto dallo chef Raffaele Esposito della pizzeria Brandi che la onorò creando la famosa Pizza Margherita, dove i condimenti, pomodoro, mozzarella, basilico, rappresentavano i colori della bandiera italiana.
Regina Margherita,storia e curiosità
Laureata in "Lingue, culture e letterature moderne europee" all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Appassionata principalmente di viaggi interculturali, lettura e scrittura. Obiettivo professionale: giornalista.