Richard Ramirez è stato uno dei serial killer più efferati della storia nonché il più desiderato dalle donne per la sua particolare bellezza. Nonostante condannato ben 19 volte alla camera a gas per 41 crimini e 13 omicidi riceveva nella sua cella carceraria infinite lettere d’amore, proposte di matrimonio e foto di nudo. Soprannominato dai media come “Night Stalker” in quanto si infiltrava in piena notte nelle case delle vittime per ucciderle, stuprarle e derubarle.
CHI ERA RICHARD RAMIREZ?
Richard nasce il 29 febbraio del 1960, ultimo di cinque figli di immigrati messicani. Il padre credeva fermamente nelle punizioni corporali come metodo educativo e questo gli comportò ben tre pesanti colpi alla testa che lo portarono a soffrire di epilessia a soli dieci anni.
Richard da bambino fu molto legato al cugino Mike, veterano della guerra in Vietnam, che si vantava di aver ucciso e torturato decine di uomini ma soprattutto di aver stuprato tantissime donne, mostrandogli anche foto delle vittime costrette a praticare del sesso orale o decapitate. Ramirez fu anche presente la notte che Mike sparò alla moglie in pieno volto dopo una feroce discussione. La donna morì sul colpo e Mike condannato a quattro anni in manicomio.
Lasciò presto la scuola e decise di lavorare in un hotel dove deruberà e spierà le donne in déshabillé; in una delle sue sessioni di voyeur non riuscirà a tenere a bada i suoi istinti e tenterà di stuprare la malcapitata, il marito della donna riesce però a fermarlo e Richard imparerà una grande lezione per non commettere più errori in futuro.
GLI OMICIDI
Il 17 marzo 1985 Ramirez attacca Maria Hernandez nel garage della sua abitazione, la ragazza cadde a terra ma in realtà non fu colpita in quanto il proiettile rimbalzò sulle chiavi che aveva portato al petto per proteggersi, tentò così di scappare ma si ricorderà della coinquilina in casa e tornerà indietro per cercare di salvarla; troverà Dayle Okazaki morta. Prima vittima del Night Stalker.
Dopo circa un’ora assalì Tsai-Lian Yu, le sparò due colpi e la trascinò fuori dall’auto in stile GTA. I due omicidi ebbero una forte risonanza nei media locali e Los Angeles fu presa dal panico.
Il 27 marzo si occupò della sua prima coppia: sparò prima a Vincent Zazzara e poi a sua moglie Maxine; ricordandosi di quell’ episodio in hotel e di quanto fosse fondamentale occuparsi prima dell’uomo. La donna fu violentata e accoltellata diverse volte, le cavò gli occhi e li conservò in un portagioie come punizione al tentativo di Maxine di sparargli con un fucile purtroppo scarico.
Ramirez lasciò delle impronte di scarpe da ginnastica marca Avia, molto rare, sul luogo del delitto, che la polizia fotografò ed archiviò. All’epoca questi erano gli unici indizi in possesso della polizia. I proiettili trovati sulla scena del crimine furono confrontati con quelli rinvenuti durante i precedenti omicidi e gli agenti capirono di trovarsi di fronte ad un assassino seriale.
Due mesi dopo Ramirez attaccò una coppia cinese: L’uomo venne ucciso con un colpo di pistola alla testa, mentre la donna venne picchiata, legata, e ripetutamente violentata ma venne lasciata in vita.
Le vittime sopravvissute descrivevano il killer come un uomo alto di etnia ispanica con lunghi e ricci capelli neri, il viso dai lineamenti marcati e la dentatura in pessime condizioni (che gli cureranno in prigione ridando armonia al suo volto e allargando la scia di fan).
Appena due settimane dopo assaltò due sorelle ultraottantenni, di cui una disabile, picchiandole entrambe con un martello e successivamente si occupò di stuprarle. Utilizzando un rossetto disegnò un pentacolo sulla parete della stanza da letto e su una coscia delle donna disabile; la prima volta che Richard sembra voler lasciare una firma. Una delle due sorelle sopravvisse.
Il 20 luglio Ramirez colpì nuovamente due volte nello stesso giorno. A Sun Valley sparò ad un uomo di 32 anni, Chitat Assawahem, mentre la moglie Sakima fu picchiata e costretta ad un rapporto orale. Ramirez sodomizzò anche il figlioletto di otto anni della coppia davanti agli occhi della madre. Più tardi, nello stesso giorno, assalì una coppia a Glendale, Maxson Kneiding e sua moglie Lela, entrambi sessantaseienni, uccisi e i mutilati.
Successivamente Ramirez lasciò la zona di Los Angeles e si diresse a San Francisco. Il 17 agosto assaltò una nuova coppia, la donna riuscì a sopravvivere e fornì un identikit alla polizia.
Le indagini, quindi, passarono a San Francisco dove la polizia commise un passo falso rivelando ai giornalisti tutte le informazioni di cui disponevano, compreso le impronte delle scarpe; Ramirez ne venne a conoscenza dai telegiornali e lanciò le scarpe giù da un ponte.
LA CATTURA
Il 24 agosto Ramirez commise un errore e si intrufolò in casa Romero nella quale però non c’erano donne ma solo un padre con un figlio, così disinteressato lascerà la casa poco dopo ma per sua sfortuna i due Romero riuscirono ad intravedere la macchina e buona parte della targa e denunciarono l’accaduto.
La macchina venne ritrovata e con essa le impronte digitali del Night Stalker; diventò così ricercato e le sue foto vennero sparse ovunque.
Verrà riconosciuto in una stazione e cercherà di scappare attraversando addirittura un’autostrada a dodici corsie, arrivando così in un quartiere ispanico malfamato dove pensava di poter trovare protezione o meglio persone omertose non interessate ai suoi crimini ma non andò così.
Al contrario venne inseguito dagli abitanti del paese e pestato in maniera estremamente violenta sopravvivendo solo grazie all’intervento della polizia.
Nel 1989 venne condannato 19 volte alla pena di morte tramite camera a gas ma non verrà mai giustiziato morendo nel 2013 per insufficienza renale. Durante il processo Ramirez mandava baci alle sue fan che assistettero alla sentenza.
Durante il periodo di reclusione ricevette infinite lettere d’amore, proposte di matrimonio e foto di nudo. Di una delle sue ammiratrici, Dorin, rimase particolarmente colpito e si sposarono.
IL PROFILO
Richard Ramirez è stato un serial killer atipico, non ha adoperato un modus operandi preciso e nemmeno particolarmente efficace lasciando più volte sopravvissuti e utilizzando armi non predilette solitamente dai serial killer, i quali preferiscono armi bianche o le loro stesse mani piuttosto che pistole e altre armi a distanza, le consuetudini da serial killer gli stavano strette.
La sua mancanza di empatia è stata ricollegata anche, ma non solo, ai traumi cranici subiti da bambino: i traumi cranici possono intaccare la corteccia frontale che può ledere all’empatia.
EREDITÀ
Nonostante venne condannato a morte 19 volte non venne mai giustiziato, giocarono a suo favore le tante questioni correlate, si cercava di capire l’origine del male, lo si stava studiando.
Si ricercavano correlazioni tra il serial killer e le esposizioni alle radiazioni tossiche della madre durante la gravidanza sul luogo di lavoro, arrivando addirittura a svenire più volte; erano i tempi degli esperimenti con la bomba atomica.
Il tutto fu amplificato anche dalle condizioni dei suoi fratelli con diverse problematiche mentali e malformazioni ossee genetiche.
Ad oggi non c’è una risposta univoca dalla Psicologia ma si tende a preferire una teoria mista in cui influisce sicuramente la genetica ma solo se correlata ad un ambiente in grado di incoraggiare questo lato.