Parte tutto da un post pubblicato sul profilo Instagram di un noto rapper sardo, Salmo : “faremo così:organizzeremo un concerto gratuito. Non so quando potremo fare il live e se ce lo permetteranno, ma noi lo faremo ugualmente. Sono disposto a farmi arrestare pur di suonare dal vivo”.
Salmo è il nome d’arte di Maurizio Pisciottu, nato nel 1984 a Olbia. Da anni vive e lavora a Milano con Machete, una sorta di Factory animata da rappers, trappers, produttori, grafici e videomakers.
La sua musica si caratterizza per una contaminazione, evoluzione e miscela di generi diversi che si sono fusi nel corso della sua carriera e dei più svariati riconoscimenti ottenuti per i suoi brani di successo, conosciutissimo tra i giovanissimi ma sconosciuto ai più agees.
La molla etico-sociale che ha spinto il cantante ad esibirsi gratuitamente e ad organizzare un evento con un fine benefico, sono stati i vasti incendi delle ultime settimane che hanno flagellato la Sardegna, in particolare, distruggendo terreni agricoli e allevamenti con ingenti danni all’agricoltura, alla pastorizia e alla produzione locale.
Con un tam tam tra social e whatsapp, arriva inesorabile l’appuntamento così come annunciato: venerdì 13 agosto, ore 22:00, Olbia, Molo Brin, Salmo incontra i suoi fan – si contano circa 5000 giovanissimi – per un concerto improvvisato in barba a tutte le norme anticovid e senza autorizzazione delle autorità competenti.
Il concerto, durato in tutto meno di un’ora, in ripresa diretta sui social, ha agitato subito un gran polverone per il notevole assembramento ingeneratosi e la mancanza di qualsivoglia dispositivo di protezione, di mascherine e distanziamento.
A far infervorare i più anche le parole declamate dal rapper ad inizio dell’evento, trascritte in una lettera rivolta allo Stato:“Caro signor Stato, vorrei ricordarle che quasi tutti i settori in Italia sono ripartiti. L’unico a essere stato dimenticato è quello dello spettacolo. Ci hanno detto di fare i live con poche persone, tutti distanziati e seduti. Signor Stato, noi non ci vogliamo stare seduti, noi vogliamo alzarci, saltare, quindi la musica la cultura e l’arte in Italia sono importanti tanto quanto lo sport, ma nel del mondo fanno concerti con 100mila persone e qua no. Sono tutti vaccinati, mi dirai tu, e c’hai ragione”. Ha, poi, concluso con un appello a vaccinarsi: “Ma come facciamo a far capire che l’unico modo per tornare alla normalità è vaccinarsi?”: appello che è caduto nel vuoto visto l’inneggiare alla violazione delle regole e la realizzazione di un evento con migliaia di ragazzi, tutti belli accalcati, appiccicati, senza mascherine e, probabilmente, senza green pass come prevedono le disposizioni vigenti.
I video del concerto che ha radunato in poche ore migliaia di giovanissimi sono diventati subito virali sui social, scatenando vivaci polemiche su due fronti: da un lato, le autorità che hanno dichiarato di non essere state informate dell’evento e di non aver potuto sgomberare la zona, ad un certo punto troppo congestionata per consentire un allontanamento, proprio per il rispetto delle norme di sicurezza e dall’altro, il mondo dei vip che si è scatenato contro il rapper, le sue parole, la sua decisione e la pericolosità della sua scelta di protesta e/o beneficenza, stando alle intenzioni dichiarate.
E, così, anche la Questura di Sassari, interpellata in merito alla mancata autorizzazione della manifestazione canora, ha dichiarato di avere avviato tutte le verifiche e i controlli del caso sulla dinamica dei fatti e sul materiale raccolto dai suoi agenti: “Stiamo indagando, l’intera dinamica dei fatti è al vaglio degli inquirenti, sia dal punto di vista amministrativo che penale”, queste le parole del vice questore aggiunto e dirigente della Digos di Sassari Luca Franchi che ha precisato, per l’appunto, di non sapere nulla “del concerto fino all’ultimo, circolavano delle voci ma niente di più”; una volta confermato l’evento, gli agenti “hanno preso servizio sul posto, sia in divisa che in borghese: non c’erano le condizioni per sgomberare in sicurezza tutti quei giovani, contando che oltretutto tra loro c’erano anche minorenni”.
Per questo si è deciso di documentare tutto quanto è accaduto con video e immagini per cui, se dalla loro valutazione dovessero emergere responsabilità, “nessuno resterà impunito”, conclude il vice questore aggiunto Franchi.
Anche Regione e Comune negano di aver rilasciato alcuna autorizzazione per un evento che è circolato tra i ragazzi sui social media e di non essere stati, in alcun modo, avvertiti dell’approssimarsi del concerto.
Per di più, la procura della Repubblica sarda ha raccolto tutta la documentazione dalla questura e dalle immagini social di chi ha partecipato al concerto e avviato una indagine per accertare responsabilità e omissioni ove si fossero verificate.
Cresce l’indignazione social da parte di artisti e colleghi del rapper a fronte di un evento che nasceva in origine per una finalità benefica di raccolta fondi per le famiglie colpite dagli incendi del mese di luglio e, poi, si è trasformato in uno show senza senso dove si attaccano le scelte dello Stato destinato a disciplinare la realizzazione di eventi per il mondo dello spettacolo e, contestualmente, si crea una bomba pericolosissima, pronta a scoppiare in una Sardegna già molto compromessa dalla diffusione dei contagi, con il risultato di aver gratuitamente e, con tutti i rischi annessi e connessi di un mega assembramento di 5000 giovani tutti felicemente e fieramente nonché irresponsabilmente senza mascherine, che si sono ritrovati lì senza il minimo controllo grazie al tam tam sui social e nelle chat di Whatsapp.
Peraltro, si è dissolto anche l’intento di beneficenza in quanto il rapper ha precisato di aver messo i soldi di tasca sua: allora tutto diventa un grandissimo nonsenso o controsenso che ha messo gratuitamente a rischio una Sardegna già fragile!
Dalla diffusione delle immagini del concerto, le critiche e la rabbia di altri artisti stanno fomentando una polemica che non accenna a spegnersi nonostante il solleone.
Fedez ha bersagliato il rapper, responsabile a suo avviso di aver vanificato i tanti sacrifici che si stanno facendo in tutto un settore, quello dello spettacolo che fa più fatica per ripartire ma che ci sta provando e per farlo sta affannosamente rispettando, comunque, le regole in maniera stringente per ridurre al minimo i rischi legati alla condivisione di un evento, di un concerto, di una mostra, di una rappresentazione teatrale che inevitabilmente comportano la compresenza e vicinanza di più persone in uno stesso luogo.
E così l’affondo : “sfruttare la nostra condizione di privilegio, aggirare le regole per soddisfare capricci personali. Questo non aiuta nessuno. Avete sputato in faccia a migliaia di onesti lavoratori dello spettacolo che quest’anno cercano di tirare avanti con immensi sacrifici rispettando le regole per andare alla pari con i conti (quando va bene)”, ha detto Fedez.
Anche Alessandra Amoroso chiede conto a Salmo perché, seppure può comprendersi la finalità benefica per la sua terra e le famiglie provate dagli effetti devastanti degli incendi sulle loro case e le loro attività produttive, certo la modalità risulta fin troppo discutibile e così sul suo profilo Instagram scrive “Se la tua serata aveva l’intento di una raccolta fondi (giustamente per la tua regione) e per dare voce al nostro settore, ci tengo a dirti che qualcosa è andato DAVVERO storto… Nel rispetto di tante persone credo sia opportuna una tua spiegazione. Grazie”.
La reazione di Salmo non si è fatta attendere e ha così replicato che la sera del concerto “non c’è stata nessuna raccolta fondi, ho messo i soldi di tasca mia per aiutare la Sardegna. Ad agosto il centro di Olbia è sempre affollato, esattamente come le spiagge”.
E, poi, l’accusa “Gli assembramenti creati dalla finale degli Europei andavano bene, il mio concerto gratuito no”.
Allora ecco la sua conclusione “Ora avete una persona con cui prendervela. Non definitevi artisti se poi non avete le p… di infrangere le regole. Potevo andare a farmi la vacanza come Fedez invece sono sceso per strada e ho detto la mia. Se avessi voluto seguire le regole non avrei fatto l’artista!”.
Forse Salmo ha le idee un po’ confuse: essere artista non vuol dire fregarsene di tutto e tutti e inscenare una pantomima con un’opera scarsa di esibizione e pregna di esibizionismo più rischiosa che piacevole; essere artista non vuole assolutamente significare trascurare le regole, dimenticare la legge e mandare in malora i tentativi di contenimento della pandemia che coi sacrifici di tutti si sta cercando di realizzare, soprattutto nella sua amata terra che secondo i crismi europei è già in zona rossa; essere artista non vuol dire che si può improvvisare un evento canoro in barba alle autorità che devono per legge consentire la necessaria autorizzazione e permettere la conseguente vigilanza da parte delle forze dell’ordine competenti, in quanto un evento, come quello da lui improvvisato scioccamente, poteva degenerare e poteva determinare danni ulteriori alla diffusione del virus; essere artista non comporta affatto una condizione di privilegio per cui essere acclamati per frasi demagogiche e incoscienti non dovrebbe far sentire meglio ma peggio, molto peggio perché “essere artista, caro Salmo, comporta anzitutto un atto di responsabilità e un dovere di sensibilizzazione rispetto a rischi e pericoli dei tuoi stessi coetanei maggiormente colpiti in quest’ultima ondata dalla pandemia, posso comprendere la rabbia e la frustrazione di un lavoro che vive in questo momento ancora alcune restrizioni di libertà, quali il green pass e la necessità di stare seduti al proprio posto, legate probabilmente all’incoscienza e impulsività della tua giovane età e di tutti i tuoi seguaci, ma, c’è un “ma” pesante come un macigno , una protesta ha senso se fatta con senso di responsabilità, quella responsabilità che in un artista come te è amplificata dai suoi fan, dai suoi followers e dalla necessità di preoccuparsi della loro salute e della loro sicurezza più che dell’esigenza di un fragile e ostentato esibizionismo. Posso condividere con te la voglia di contestazione anche generazionale per cui sei ‘insorto’, a tuo avviso, contro lo Stato e le sue regole ma, vista con oggettività e equidistanza, la tua esibizione mi è sembrata di fatto più “in torto” a chi assisteva il tuo concerto che rischia in prima persona e solo per incidenza indiretta allo Stato che detta le regole e cerca di farle rispettare e che a te non piacciono. Anche per fare una protesta ci vuole intelligenza, nonché coscienza civile, prendendosi cura degli altri ed un artista, un vero artista con le palle, come dici tu, avrebbe realizzato in silenzio l’obiettivo prefissato e messo mano alla tasca aiutando chi voleva aiutare senza compromettere la salute di nessuno e senza essere un inutile ennesimo cattivo esempio da non imitare e tutto questo solo per un’oretta di esibizionismo fine a se stesso?