È la serie animata più discussa e vista al momento: Final Space, serie ideata da Olan Rogers e David Sacks, ha trovato il suo spazio su netflix da qualche mese e ha avuto un grande impatto sul pubblico.
È qualcosa di diverso, nonostante somigli a molte cose già sperimentate. Una trama veloce, drammatica, pregna di azione è ornata di una comicità strana: non è divertente da subito, anzi talvolta può risultare fastidiosa, ma andando avanti nel plot e abituandosi ai canoni riuscirete a perdere qualche sorriso.
Final Space parla di Gary, un ragazzo che sappiamo essere orfano di padre, che viene arrestato a condannato a una sorta di servizi sociali galattici per cinque anni, dopo aver disintegrato un locale della sua città e mezza flotta armata per errore. Gary è un personaggio molto particolare. Vive la sua detenzione come un’avventura galattica nella nave spaziale di cui si dichiara invano comandante. Dato che la nave è priva di umani, Gary socializzerà solo con l’IA della nave, con i robot sentinella, con gli elettrodomestici, e con Kevin, un fastidiosissimo robot che ha lo scopo di non far impazzire Gary per la solitudine in cinque anni.
Una misteriosa voragine che sta risucchiando la terra, una piccola e tenera creatura dal potere immenso capitata per sbaglio nelle mani del protagonista, un amore non corrisposto e un amico da aiutare sono gli elementi necessari a delineare la trama della serie.
Sono elementi che reagiscono velocemente, sicchè non ci sono veri momenti morti, ma al contempo la seire animata è decisamente troppo superficiale su alcuni aspetti della trama. Infatti la quasi presunzione drammatica che ha la serie in alcuni momenti non è giustificata dalla leggerezza con cui si inquadrano i personaggi e i loro rapporti, che spesso si vengono a inrecciare in maniera surreale. Sia chiaro, in una commedia questo è un dettaglio di poco conto, ma i momenti forzatamente commoventi sono tanti e troppo poco incisivi.
Le linee guida di Final Space sono sicuramente Futurama, Rick e Morty e Guerre stellari. Da Futurama è rosicchiata l’idea di una storia d’amore ambientata nel futuro dove un giovane inetto condannato in eterno ad essere un fattorino incontra una donna forte, indipendente e di alta gerarchia nell’equipaggio. In entrambe le serie infatti i contrasti tra i due sono molti, ma la perseveranza paga sempre. O quasi…
Da Rick e Morty è preso lo spirito con cui si trattano argomenti fantascientifici. La serie di Justin Roiland però ha una sceneggiatura che si inabissa nell’anima dei personaggi, e la comicità esce fuori da sola, non c’è nemmeno una situazione forzata. In final space alcune forzature ci sono, e risentendo molto di una trama che incolla tutti e dieci gli episodi della prima stagione, finisce per avere dei vuoti di logica e molto spesso ridondanze intuili e fastidiose.
La trama è in parte una lontana reminescenza di Star Wars, e i motivi sono più che evidenti: una guerra spaziale a colpi di laser, un imperatore dai poteri immensi che vuole estendere il proprio dominio, un equipaggio improvvisato nel quale si stringono rapporti molto forti e una resistenza. Il resto è storia.
Insomma Final Space è un buon esperimento. Se fosse stata incentrata più sulla trama e meno sulla comicità (ripeto ancora una volta, strana) avrebbe funzionato meglio. Intanto è stata confermata una nuova stagione per l’anno prossimo, che aspettiamo con tranquillità e con i migliori auguri di non far cadere in becero quello che è un buon prodotto.