Se le stagioni importanti si riconoscono dai “segnali giusti”, la vittoria di Empoli per il Napoli di Conte può rappresentare uno di quei crocevia da tenere a mente a lungo: i partenopei non brillano, soffrono il giusto nel primo tempo, e colpiscono con Kvara su rigore nella ripresa, portando a casa tre punti dal peso specifico elevatissimo.
Come contro il Como, la prima frazione di gioco ha visto gli azzurri in difficoltà nel recuperare palla e nell’aggredire l’avversario, anche se l’Empoli, al di là di un maggior possesso palla e di un paio di conclusioni respinte con sicurezza da Caprile, non si è reso particolarmente pericoloso.
Conte ha comunque strigliato a dovere i suoi e apportato qualche correttivo durante l’intervallo, e nella ripresa si è rivista una squadra affamata e decisa ad affondare il colpo.
Merito anche dei cambi voluti dal tecnico salentino, che ha richiamato uno spento Lukaku e un inconcludente Spinazzola, gettando nella mischia Olivera e Simeone: sulla conclusione scoccata pochi istanti dopo l’ingresso in campo dal Cholito e respinta dalla difesa, Politano è stato bravissimo ad anticipare Anjorin, subendo un evidente fallo da rigore.
Kvaratskhelia, fin lì abulico, ha avuto il merito di trasformare il penalty con freddezza e di indirizzare in modo decisivo il match, visto che l’Empoli, anche a causa di un primo tempo dispendioso, non è di fatto più riuscito a creare alcun grattacapo ai partenopei.
La gara è dunque filata liscia senza troppi sussulti, ad eccezione delle solite giocate di Neres, in grado di regalare qualità e vivacità in attacco nonostante i pochi minuti di utilizzo.
Il Napoli ha dunque sfatato l’atavico tabù rappresentato dalla trasferta empolese, e rimane in testa alla vigilia del match in programma oggi pomeriggio (ore 15) al “Maradona” contro il Lecce di Gotti, fanalino di coda e reduce dal pesantissimo 0-6 casalingo contro la Fiorentina.
Inutile sottolineare come questo sia un match speciale per Antonio Conte, leccese di nascita che nella squadra giallorossa ha esordito in Serie A, segnando tra l’altro la sua prima rete proprio in un Napoli-Lecce del 5 Novembre 1989, vinto dagli azzurri 3-2 con gol di Carnevale (in sospetto fuorigioco) nel finale.
L’ex tecnico della Juventus dovrebbe far rifiatare Lukaku, Politano e forse Kvara, con Neres Simeone e Ngonge pronti a sfruttare la chance; a centrocampo sarà ancora Gilmour a sostituire l’infortunato Lobotka, mentre in difesa dovrebbe toccare ancora ad Olivera e Caprile, con Meret probabilmente pronto per il match di San Siro contro il Milan.
Il Lecce ha vinto solo due volte a Napoli nei 13 precedenti disputati in Serie A, e l’ultimo blitz giallorosso risale a poco prima della triste pausa legata al covid: nel 2-3 del 9 Febbraio 2020 arrivò anche l’ultimo, bellissimo gol in maglia azzurra di Jose Maria Callejon.
A pochi mesi fa risale il pareggio più recente, ovvero lo 0-0 dello scorso 26 Maggio che sancì l’esclusione, dopo 13 anni consecutivi, del Napoli dalle Coppe Europee.
A conti fatti, dunque, è proprio il successo azzurro il risultato che manca da più tempo, ovvero quasi 13 anni: il 3 Dicembre 2011 finì 4-2 con doppietta del “Pocho” Lavezzi, capitano per l’occasione.
Alla stagione precedente risale una delle vittorie più emozionanti dell’era De Laurentiis: il 19 Dicembre 2010 fu il Matador Cavani, in pieno recupero e pochi secondi dopo un’incredibile salvataggio sulla linea di Grava, a sfondare la porta di Rosati con un destro all’incrocio dei pali che fece letteralmente venire giù l’allora “San Paolo”.
Gli ultimi precedenti e la voglia di riscatto di una squadra in difficoltà devono rappresentare il giusto campanello d’allarme, affinché il Napoli affronti questa sfida con la giusta concentrazione.
Serve assolutamente un’altra vittoria, per lanciarsi nel “tour de force” che partirà martedì prossimo da Milano con la giusta dose di entusiasmo e consapevolezza.