Ultimamente stanno spopolando video di turisti che sulle spiagge del Mediterraneo vedono avvicinarsi alla riva degli squali.
Si, è vero che numerose specie stanno spingendosi con l’innalzamento delle temperature in territori inesplorati, ma non dimentichiamo il nostro mar Mediterraneo, da sempre, ha avuto come protagonisti (certo in mare aperto) delfini, orche e squali.
Gli squali che superano le nostre acque sono più di 50 specie, ma solo poche risultano essere pericolose per l’uomo, non si può dire invece l’inverso.
Tra quelli pericolosi possiamo elencare i più conosciuti, anche grazie al cinema, come: il grande squalo bianco e lo squalo Mako.
Inutile dire che quello innocui sono molto più numerosi. Ad esempio potremmo avvistare una Verdesca: uno squalo snello con la testa appuntita che spesso di spinge fino alla costa.
Altro esempio lo squalo Elefante o Cetorino che si nutre solo del plancton che entra nella sua bocca perennemente aperta e sprovvista di zanne.
Anche lo squalo Volpe, nonostante la lunga pinna caudale sporgente in immersione possa terrorizzarci, non risulta costituire nessun pericolo.
Gli attacchi da parte degli squali, in ogni caso, anche quelli considerati più pericolosi, sono estremamente rari e causati da errori di valutazione. Infatti l’uomo non rientra tra le prede naturali.
Immaginate una persona stesa su un surf o su un materassino, decisamente ricorda una focena.
Ricordiamo che il vero pericolo è costituito dall’uomo per lo squalo, che lo pesca sconsideratamente e barbaramente.
Quindi se ci troviamo in acqua, nonostante risulti facile sentire nella nostra testa la colonna sonora del celebre film di Spielberg, all’avvistamento di una pinna, non lasciamoci prendere dal panico e soprattutto non iniziamo a comportarci come una preda ferita!