Palazzi, castelli, regge rappresentano le dimore storiche di re e regine. Edifici monumentali che rispecchiano al proprio interno la maestosità in quanto espressione di rispetto e ammirazione verso la figura del sovrano. Sullo scorcio del ‘600 una nota dimora fu fondata per volere dei Viceré spagnoli di Napoli, come residenza spaziosa e confortevole per sé e per i soggiorni del re di Spagna: si tratta di Palazzo Reale. Esso avrebbe dovuto ospitare il re Filippo III di Spagna, atteso a Napoli con la sua consorte per una visita ufficiale che non avvenne mai. Diventerà, a partire dal 1734 con il dominio di Carlo di Borbone, una delle quattro residenze usate dalla casa reale dei Borbone (le altre tre sono la Reggia di Capodimonte, la reggia di Caserta e la reggia di Portici). I lavori furono affidati dal viceré Fernando Ruiz de Castro Conte di Lemos all’architetto Domenico Fontana, tra i più famosi architetti del tempo, proveniente dalla corte papale, che ispirò il suo disegno progettuale a canoni tardo-rinascimentali, già sperimentati a Roma, nella sua attività per Sisto V. Per il nuovo stile che la contraddistingueva si trattava, quindi, di una residenza ben diversa dai castelli fortificati nei quali avevano vissuto i re angioini e aragonesi. Dopo la morte del Fontana, avvenuta nel 1607, si procedette a rilento nella sua fondazione, tanto che la costruzione del Palazzo continuerà per secoli, completata solo nel 1852 ad opera di Gaetano Genovese.Attualmente nella facciata si aprono archi e nicchie al cui interno, per volere di Umberto I di Savoia, nel 1888 furono collocate otto statue rappresentanti i più illustri sovrani delle varie dinastie ascese al trono di Napoli: Ruggiero il Normanno; Federico II di Svevia; Carlo I d’Angiò; Alfonso I d’Aragona; Carlo V; Carlo III di Borbone; Gioacchino Murat; Vittorio Emanuele III. Le statue sono esposte in ordine cronologico rispetto alla dinastia di appartenenza che ha regnato in città e queste iniziano con il primo re di Sicilia, Ruggero il Normanno, il primo sovrano a regnare sulla città, e finiscono con Vittorio Emanuele II, la più grande in altezza e la più discussa scultura presente nella facciata della residenza reale, aggiunta per ultima sotto la volontà dello stesso re che però non fu mai sovrano di Napoli, bensì d’Italia. Da notare inoltre la presunta volontà dei Savoia di occultare la dinastia dei Borbone, una delle più influenti della città partenopea, dalla storia della città. Infatti, nessuna delle statue volute sulla facciata del palazzo, rappresenta un re borbonico e, l’unica che apparentemente sembrerebbe appartenere a tale dinastia, Carlo di Borbone, viene in realtà incisa col nome di Carlo III, lasciando quindi alludere alla dinastia spagnola e non napoletana, nella quale invece assumeva il titolo di Carlo VII di Borbone. Anche su questa nobile dimora aleggia una leggenda, che vedrebbe protagonista il fantasma del principe Carlo Ferdinando di Borbone, principe di Capua e fratello di Ferdinando II re delle due Sicilie. Spogliato in vita dal fratello re di ogni titolo e possedimento per aver disobbedito ad un suo divieto, ovvero di non sposare la turista irlandese Penelope Smith, Carlo visse da esiliato, fuggendo in Scozia con la sua dolce metà dalla quale ebbe due figli. Ma l’intransigenza del re fu tale che alla morte di Carlo, né Penelope né i figli godettero di alcun riconoscimento. Molti sono coloro che sentirebbero gridare di notte per le buie stanze del Palazzo Reale una voce che reclama giustizia titoli e averi