Fortunatamente, nonostante vengano dichiarate estinte, alcune specie, sembrano riapparire magicamente sulla terra è questo il caso del Porphyrio hochstetteri, meglio conosciuto come takahē.
Si tratta di uno degli uccelli simbolo della Nuova Zelanda, proprio come il kiwi o lo strambo kakapo.
Dell’improvviso ripopolamento l’uomo ha merito solo in parte, infatti gran parte lo si deve alle capacità conservative della specie.
Nonostante si tratti di un uccello, questa specie, come l’ormai estinto dodo, non vola. Questo piumato blu, turchese e celeste, appartiene alla famiglia dei ralli.
Il takahē risulta ancora estinto nel versante nord dell’isola dal 2016, infatti e ricomparso esclusivamente nelle praterie del sud.
La causa dell’estinzione? Come sempre l’uomo… Infatti i colonizzatori introdussero, come accadde con la distruzione di altri splendidi animali, specie non autoctone come ermellini, furetti e gatti, che predavano quest’uccello o diffondevano malattie decimando la popolazione di takahē.
Per metterci una “pezza” l’essere umano ha poi creato il Burwood Takahē Center nel 1985, che allevava, appunto, questi uccelli nel tentativo di ripopolare l’isola, partendo dalla reintroduzione, però, in isole prive di predatori come Mana o Kapiti.
Si tratta di un uccello unico ed inconfondibile: come anticipato sfoggia, infatti, le sfumature dal celeste al blu ed ha becco e zampe rossi (i pulli, invece hanno un piumaggio più scuro e discreto, tendente al marrone scuro o il nero che acquisisce poi il caratteristico colore, lo stesso vale per zampe e becco), e le sue dimensione possono anche superare i 4 kg.
La vita media è di circa 15 anni, ma ci sono esemplari arrivati a 18, se l’uomo non ci mette “lo zampino”.