Ogni tanto ne eleggeva una, a suo giudizio insindacabile e ne decideva la vita e morte ”su celluloide”. Andy Warhol, la superstar della superstar amava creare dal nulla delle star.
Il potere di nomina per cui tutti devono avere successo, anche solo per “quindici minuti”.
Andy pescava a piene mani tra le persone comuni, dalla strada, dal contesto lgbtqa+ e ovunque intravedesse un talento o una “sorprendente normalità”, ragazzi e ragazze disadattati, con spesso problemi di droga, ma tutti con un carisma innato. Attori improvvisati nei suoi innumerevoli film underground, modelli dei dipinti, aiutanti nel suo lavoro o semplicemente personalità da ornamento nella sua Factory.
Una fucina di talenti brevi che arricchivano esclusivamente “ l’Andy mentore” oltre che il suo sconfinato ego.
Molti di loro dopo hanno tentato la carriera artistica, scrivendo libri o altro, e i pochi sopravvissuti sono ricordati solo per essere stati le Superstar di Andy.
Tra i tanti ho scelto cinque ragazze, per altrettante monografie: Nico, Ultra Violet, Brigid Berlin, Candy Darling e Viva.
Nico.
La musa di Andy
La superstar Nico (vero nome: Christa Päffgen) era nata nel 1938 nei pressi di Colonia in Germania, e da bambina visse a pieno i drammi della guerra in corso all’ epoca. Da adolescente viene notata per strada a Berlino da un fotografo e viene lanciata nel mondo della moda. Bionda, occhi azzurri, altissima non poteva che andare così. Diventata una top model, un fotografo le cambia il nome e la ribattezza Nico
La carriera la portava in giro per il mondo, tra cui a Roma dove Fellini la scelse per un cameo nel suo capolavoro La dolce vita.
Nel corso della sua vita Nico ha inanellato una serie di incontri fortuiti, con Alain Delon (da cui avrà un figlio mai riconosciuto dal padre) Brian Jones e Jim Morrison (che la spinse ad intraprendere la carriera solista e a scrivere da sola i testi delle canzoni).
Nico arrivò in America, è una ragazza molto dolce ed introversa e preferisce mettere in musica le sue emozioni anziché esternarle con le parole, incontrò Andy che la introdusse nel suo mondo da superstar facendole fare film e ingaggiandola come cantate di una nuova band i Velvet Underground, ma dopo un solo disco le cose non andarono bene, per via del rapporto teso tra Nico e Lou Reed star dei Velvet.
Lei intanto avviò una carriera solista, creava una musica cupa, lenta, riflessiva ed il suo stile di vita la trasformava fisicamente: aveva i denti marci, ingrassava, e faceva un uso smodato di eroina. Amava girare i cimiteri, si vestiva sempre di nero e spesso restava chiusa in casa.
Il rapporto con Andy finì presto, lei è stata una delle poche superstar ad avere una carriera (nella musica e nel cinema) nel “dopo Andy”. Il tempo lasciò spazio ad una donna quasi cinquantenne che macinava concerti in giro per il mondo e non abbandona mai le droghe.
Un anno dopo la morte di Andy, nel 1988 Nico muore in Spagna in circostanze ancora poco chiare.
Restano di lei una manciata di dischi cult, raccolte e film
DISCHI:
1967 – The Velvet Underground & Nico
1967 – Chelsea Girl (Verve Records)
1969 – The Marble Index (Elektra Records)
1970 – Desertshore (Reprise Records)
1974 – The End… (Island Records)
1981 – Drama of Exile (Aura Records)
1985 – Camera Obscura (Beggars Banquet Records)
FILM :
La tempesta, regia di Alberto Lattuada (1958) Come prima, regia di Rudolph Maté (1959) La dolce vita, regia di Federico Fellini (1960) Quello che spara per primo (Un nommé La Rocca), regia di Jean Becker (1961) Una ragazza nuda, regia di Jacques Poitrenaud (1963) Castelli di sabbia, regia di Vincente Minnelli (1965) Nico/Antoine, regia di Andy Warhol (1966) The Closet, regia di Andy Warhol (1966) Chelsea Girls, regia di Andy Warhol (1966) Sunset, regia di Andy Warhol (1967) I, a Man, regia di Paul Morrissey e Andy Warhol Imitation of Christ, regia di Andy Warhol (1967) Cleopatra, regia di Michel Auder (1970) La cicatrice intérieure, regia di Philippe Garrel (1972) Athanor, regia di Philippe Garrel (1972) Les Hautes Solitudes, regia di Philippe Garrel (1974) Un matto due matti tutti matti, regia di Philippe Clair (1974) Un ange passe, regia di Philippe Garrel (1975) Le Berceau de cristal, regia di Philippe Garrel (1976) Voyage au jardin des morts, regia di Philippe Garrel (1978) La vraie histoire de Gérard Lechômeur, regia di Joaquín Lledó (1979) Le Bleu des origines, regia di Philippe Garrel (1979) L’interview, regia di Sylvain Roumette (1986) Ballhaus Barmbek,
(Dischi e film fonte wikipedia)