Sfacciato, violento e senza proibizionismo: THE ALIENIST propone in dieci puntate (per ora è stata pubblicata solo la prima serie) la storia del dottor Laszlo Kreizler (Daniel Bruhl), medico psichiatra che riesce ad entrare nella mente degli psicopatici e a comprenderne le cause. Niente di fantascientifico, solo una forte empatia e un buon intuito con chi, come lui, ha subito dei traumi da piccolo.
“Nel diciannovesimo secolo si credeva che le persone affette da malattie mentali fossero alienate dalla loro vera natura. Gli esperti che le studiavano erano pertanto chiamati alienisti.”
La trama è ripresa dall’omonimo romanzo di Caleb Carr e si svolge in una delle più grandi città dell’ottocento: New York. La città è sporca, tutto ancora in costruzione, abbastanza fatiscente, c’è un via vai di carrozze, cavalli, uomini. Ricorda tanto la Londra di un film su Sherlock Holmes o su Jack lo Squartatore. In uno scenario di assoluto contrasto tra povertà e ricchezza, si trovano per lo mezzo dei ragazzini che si prostituiscono per poter campare. Rigorosamente tutti maschi che però si travestono ogni notte da donna per dare sfogo alle perversioni di adulti e anziani, più o meno ricchi. Questo equilibrio viene rotto da una serie di omicidi le cui vittime sono proprio i giovani prostituti.
Il dottor Kreizler si interessa subito all’indagine, affiancato dal suo amico e illustratore John Moore (Luke Evans), uomo dedito ai piaceri della carne, dell’alcool e di tutto ciò di dissoluto possa esistere nella vita agiata di un uomo ricco e viziato. Questa “alienante” routine viene però interrotta dall’indagine in cui si trova coinvolto da Kreizler che lo cambierà, lo migliorerà e lo farà crescere.
Il terzo personaggio chiave di questa splendida serie tv è Sara Howard (Dakota Fanning), una donna fuori dagli schemi ottocenteschi, segretaria del dipartimento di polizia di New York, una gran lavoratrice che non si lascia intimorire dall’ ambiente totalmente maschile in cui lavora e non ha paura di mostrare la sua forza, la sua intelligenza.
A questa serie non manca nulla: l’azione, la ricerca dell’assassino, i drammi psicologici di personaggi ben costruiti e ricchi di caratteristiche, l’intrigo, l’umanità del trattare una malattia come una conseguenza e non come una causa per punire qualcuno, la ricerca costante, il femminismo, la corruzione che dilaga nell’alta borghesia newyorkese e, non ultimo, l’amore.