Dopo l’atroce beffa di Torino, con una strepitosa rimonta da 0-3 in 15′ vanificata dall’autogol di Koulibaly a tempo scaduto, il Napoli ha dovuto attendere 15 giorni per provare a rialzare la testa, complice la sosta del campionato per i match delle Nazionali.
Sabato alle 18 dunque si riparte, e gli azzurri faranno finalmente il loro esordio al S. Paolo, dopo aver giocato le prime due gare in trasferta per consentire l’ultimazione dei lavori agli spogliatoi, oggetto di polemiche e scambi di accuse tra società ed istituzioni in questi giorni.
Il Napoli affronta la Sampdoria di Di Francesco, reduce da due k.o. nelle prime due gare di campionato con 7 gol sul groppone (come gli azzurri, del resto) e proprio per questo avversaria da non sottovalutare, anche perché i blucerchiati non centrano il colpo grosso a Fuorigrotta da ben 21 anni.
Fu una doppietta del francese Laigle, inframezzata da un rigore fallito dall’ex Bellucci, a regalare il 19 Aprile 1998 la vittoria alla Samp e l’ennesimo pomeriggio amaro agli azzurri, che si apprestavano a tornare in serie B dopo 33 anni, con il record negativo di punti, 14, tuttora imbattuto.
Sulla panchina doriana quel pomeriggio sedeva nuovamente l’istrionico e simpatico Vujadin Boskov, tecnico leggendario che aveva guidato i blucerchiati alla conquista di uno storico scudetto nel 1991 e addirittura alla finale di Champions persa a Wembley contro il Barcellona l’anno successivo, e che dal 1994 al 1996 aveva allenato anche il Napoli, portandolo nel 1995 ad un passo da una inattesa qualificazione UEFA.
Negli anni precedenti, anche per il Napoli di Maradona la Samp dei “gemelli del gol” Vialli e Mancini si era spesso rivelata un osso durissimo: nell’anno del primo scudetto non bastò un incredibile gol in tuffo di Maradona (segnato di mano, come confessò lui stesso anni dopo) per battere i genovesi; nell’anno del secondo tricolore azzurro, la Sampdoria fu addirittura l’unica squadra ad uscire imbattuta dal S. Paolo in tutto il campionato, grazie ad un gol di Dossena.
Entrambi i match si chiusero sull’1-1.
Nell’anno del tricolore doriano, il Napoli con lo scudetto sul petto fu addirittura umiliato dalla Samp, corsara al San Paolo con un perentorio 1-4, suggellato da uno splendido destro al volo dell’attuale CT Roberto Mancini.
Nell’era De Laurentiis gli azzurri hanno invece prevalso con una certa regolarità sui blucerchiati, e la Sampdoria ha rappresentato un avversario dal significato molto particolare per il giocatore-simbolo del Napoli del nuovo corso: Marek Hamsik.
Fu contro i doriani, il 16 Settembre del 2007, che l’allora giovanissimo ragazzino slovacco mostrò per la prima volta al popolo napoletano le sue qualità, chiudendo la partita con il sinistro del 2-0 dopo uno splendido dribbling in area e segnando il suo primo gol in campionato con la maglia azzurra.
Fu ancora contro la Sampdoria, 10 anni dopo, il 23 Dicembre 2017, che Marek, ormai capitano, entrò nella storia del club segnando il gol-vittoria (3-2 il finale), ma soprattutto la rete n. 116 con la maglia del Napoli, che gli consentì di superare Diego Armando Maradona e diventare il miglior marcatore azzurro di sempre.
Fu infine proprio contro i blucerchiati, il 2 Febbraio di quest’anno, che Hamsik giocò la sua ultima (splendida) partita con il Napoli, salutando i suoi tifosi dopo 12 stagioni e ben 520 presenze, che lo rendono anche il giocatore ad aver indossato più volte la maglia azzurra.
Unico ex doriano tra i giocatori del Napoli è Lorenzo Tonelli, la scorsa stagione alla Samp in prestito dagli azzurri: il barbuto difensore non troverà probabilmente spazio in campo, ma fu proprio contro i blucerchiati che Tonelli esordì con i partenopei, il 7 Gennaio del 2017, trovando persino il gol-vittoria al 95′ e scaldando i cuori del San Paolo stretto nella morsa di una serata gelida.
Tra le fila della Sampdoria ci sono invece due ex (oltre a Vasco Regini, 6 mesi ed una presenza a Napoli per lui) che hanno lasciato ottimi ricordi nei tifosi partenopei: Manolo Gabbiadini, arrivato proprio dalla Samp a Gennaio del 2015 e protagonista di due buoni campionati in maglia azzurra, pur vissuti all’ombra di Higuain, e soprattutto Fabio Quagliarella: una sola, intensa stagione con il Napoli, quella 2009/2010, prima di dover andare via per i noti problemi personali.
Il centravanti nativo di Castellammare di Stabia ha spesso fatto gol agli azzurri, prima e dopo aver indossato la maglia della sua squadra del cuore: c’è da augurarsi che, almeno stavolta, resti a bocca asciutta.