Il retrogaming rappresenta una tendenza che ha preso piede negli ultimi anni, con un numero di appassionati in costante crescita. La community dei retrogamers, poi, ha delle caratteristiche molto particolari: si parla di giocatori che spesso vivono il gaming all’insegna della nostalgia, con l’intenzione di rivivere le emozioni e i fasti degli anni ’80 e ’90. In altre parole, le loro scelte vengono guidate dalla voglia di riscoprire quei giochi che hanno segnato periodi felici come l’infanzia e l’adolescenza.
Il fenomeno e il fascino del retrogaming
Giocare ai videogiochi, facendo un tuffo nel passato: è questa la sintesi di una passione – quella per il retrogaming – che coinvolge milioni di italiani. Si parla di generazioni che hanno vissuto l’epoca d’oro dei videogames, e che hanno giocato per centinaia di ore con titoli iconici come Prince of Persia, Super Mario Bros, Sonic e molte altre opere che hanno definito il panorama videoludico nella sua completezza.
Il fascino del retrogaming si affida ovviamente ai titoli usciti sui primi personal computer (come il Commodore 64 e l’Amiga 500), oltre che sulle console di vecchia generazione, fra le quali oramai entra a far parte anche la Playstation. Anche il comparto dei giochi online strizza l’occhio al gaming retro, come si nota ad esempio studiando le slot machine vintage anni ’80 come Fowl Play Gold, presente su diversi siti web di casinò.
Tra i retrogamers sono particolarmente celebri alcuni sviluppatori di videogiochi, considerati veri e propri idoli. Figure come Shigeru Miyamoto, creatore di Super Mario Bros, e Yuji Naka, noto per Sonic, rappresentano ancora oggi delle autentiche icone per questo movimento. Si parla inoltre di una passione che alimenta anche il mercato dei memorabilia, ovvero dei cimeli fisici legati ai retrogames, come le action figures.
Le tecniche utilizzate per giocare
Gli appassionati di retrogaming adottano diverse strategie per giocare ai titoli del passato. Una delle tecniche più diffuse è l’utilizzo degli emulatori: si tratta di software che consentono di far girare sui device moderni i giochi originariamente sviluppati per console e computer ormai obsoleti (e introvabili). Questi programmi si sono rivelati fondamentali, perché oggi è molto difficile trovare certe console del passato, alcune delle quali valgono migliaia di euro nel mercato dei collezionisti.
Le console degli anni ’70, ’80 e ’90 come l’Atari 2600, il NES, il Sega Mega Drive e il Game Boy originale sono vere e proprie gemme custodite gelosamente da chi ancora le possiede. Sono difficili da trovare in buone condizioni, il che ovviamente limita il desiderio dei retrogamers di dotarsi di tutti gli strumenti in voga all’epoca. Grazie agli emulatori, però, questo ostacolo viene in parte superato, e soprattutto viene garantito un futuro splendente a giochi che altrimenti finirebbero nel dimenticatoio.
Il porting è un’altra tecnica particolarmente diffusa nel settore del retrogaming. Consiste nel convertire i vecchi giochi su supporti di nuova generazione, così da renderli compatibili con i device che usiamo oggi, come nel caso degli smartphone. Si parla comunque di un processo che coinvolge gli sviluppatori, e che può risultare complesso.