“A differenza dei bambini che sognano di essere astronauti, io ho sempre saputo che avrei fatto l’attore. Quando hai un obiettivo, il tuo cammino non si perde in un vagare dispersivo. Per me il teatro è una malattia, lo faccio perché non ne posso fare a meno”. A parlare cosi è Massimiliano Gallo, attore napoletano e illustre figlio d’arte.
Massimiliano e suo fratello Gianfranco sono cresciuti a pane e arte e, insieme alla sorella Bianca e il cugino Gianluca di Gennaro, sono tra gli esempi meglio riusciti di famiglia d’arte partenopea. Ma andiamo con ordine. Capostipite di questo “gruppo” di artisti è Nunzio Gallo, classe 1928. Nunzio inizia la sua carriera come cantante lirico; partecipa a numerose manifestazioni canore, ottenendo grande successo con la canzone “Sedici Anni” (con la quale raggiunge il milione di copie vendute, un numero da record per gli anni Sessanta). Partecipa, inoltre, a vari film e spettacoli teatrali interpretando, in più occasioni, il “cattivo”: memorabile il ruolo del “camorrista” in Così parlò Bellavista ed il dialogo con De Crescenzo. Dal matrimonio con Bianca Maria Varriale nascono Gianfranco, Massimiliano e Bianca. Dopo la sua scomparsa sono proprio i due figli a portare avanti il “mestiere di famiglia”.
Gianfranco nasce a Napoli il 5 dicembre 1961 e fa il suo debutto nel 1981 con la compagnia del maestro Roberto De Simone. Reciterà in seguito al fianco di grandi nomi del teatro partenopeo: Lina Sastri, Peppe Barra, Carlo Croccolo, Antonio Casagrande solo per citarne alcuni. Nel 2008 interpreta Gabriele Donnarumma nel film di Marco Risi Fortapasc sulla vita di Giancarlo Siani, il cronista ammazzato nel 1985. Oltre che in scena si cimenta anche nella scrittura e regia di spettacoli teatrali e tv. Nonostante la sua giovane età, ha una carriera ricca, spesso condivisa con il fratello Massimiliano.
Massimiliano, poliedrico attore, nella sua carriera porta in scena, in tv e nella cinematografia personaggi con varie sfaccettature, passando dal drammatico al leggero comico. Nasce a Napoli il 19 giugno 1968, debutta a teatro all’età di cinque anni e a dieci è già protagonista di diversi telefilm. Nel 1988 fonda, insieme al fratello Gianfranco, la compagnia Gallo che vanta numerosi e interessanti successi teatrali. Come quello di Gianfranco, anche il percorso artistico di Massimiliano è costellato di successi. Incide anche due dischi, il primo dedicato a Titina De Filippo e il secondo a Raffaele Viviani.
L’ultima lavoro – solo in termini temporali – che li ha visti insieme sul palco è “Comicissimi Fratelli. Il pubblico ha sempre ragione”, spettacolo in scena nel gennaio del 2019 al Teatro Augusteo di Napoli che racconta proprio di due fratelli, attori in un piccolo teatro partenopeo, che all’inizio del ‘900 separano le loro carriere poiché uno dei due decide di lavorare nella compagnia di Scarpetta. Lo spettacolo ha rappresentato l’ultimo lavoro insieme prima di una temporanea separazione artistica. In questo periodo, infatti, Gianfranco continua a scrivere e lavorare sui suoi progetti mentre Massimiliano lavora per la TV ed il cinema.
Ma nonostante l’attuale separazione artistica dei due fratelli, la “famiglia d’arte” dei Gallo prosegue il suo cammino nel nome della tradizione e dell’amore per la recitazione e il teatro napoletano. “Pur avendo due genitori artisti, il concetto di famiglia teatrale è stato creato da me e mio fratello Massimiliano anni dopo, poiché i miei non hanno lavorato insieme ma separatamente. Nel 2005 si è aggiunto alla compagnia mio nipote Gianluca Di Gennaro e qualche anno fa mia figlia Bianca. Sono intenzionato a seguire questa strada, con mia figlia, mio nipote, accogliendo anche Greta, la mia figlia più piccola che sta lavorando con sua madre al Sannazaro” esordisce Gianfranco. “Facciamo tutto con la passione che ci ha trasferito nostro padre, che merita di essere ricordato per la sua professionalità e bravura. Ma è soprattutto stato un buon papà, attento, critico a volte severo, ma sempre presente. Seguiva con amore la nostra carriera consigliandoci le strade da percorrere e sollecitandoci a mantenere una grande umiltà” ricorda invece Massimiliano. Strade diverse dunque, ma con un unico comune denominatore: l’amore per il teatro.