Cast: Gigi & Ross, Ciro Esposito, Marco palmieri, Luigi Credentino, Mattia Ferraro.
Musiche Paolo Coletta, scene Clelio Alfinito, coreografie Erminia Sticchi, trucco e parrucche Ciro Florio, costumi Francesca Romana Scudiero, disegno luci Francesco Adinolfi, aiuto regia Pina Strazzullo, direttore di scena Sergio Alfinito, organizzazione Luigi Sperindeo.
Una Produzione di Rosario Imparato.
Regia di Fortunato Calvino
Antefatto
Vasci: bassi, anche noti con il termine napoletano di ‘o vascio, sono piccole abitazioni di uno o due vani poste al piano terra, con l’accesso diretto sulla strada
Femminiello: è una figura tipica della cultura tradizionale popolare partenopea, usato per riferirsi a un maschio con atteggiamenti ed espressività marcatamente femminili.
Interviste:
Fortunato Calvino
Lo spettacolo è ambientato negli anni duemila; come hai fatto a creare i personaggi e le ambientazioni di questo particolare stile di vita?
Lo spettacolo appartiene ai tempi d’oggi, con riferimento agli anni passati con la presenza di femminielli e trans a Napoli. Anni fa c’era una “comunità” più numerosa nel prostituirsi. Via Verdi era piena di trans, poi sono spariti, invecchiati, hanno cambiato stile di vita. Porto in scena uno spaccato senza tempo, la condizione del travestito in questo vico sirene che non esiste. Uno spaccato intrinseco di vivacità allegra che sta scomparendo, negli ambienti popolari abbiamo questo fenomeno in estinzione.
C’è un degrado dell’ immagine dei femminielli. Sono più “terra terra”oggi. Il femminiello vero ha un sua cultura, una sua costruzione. La costruzione di questo gruppo sociale da una visione della città molto accogliente che ha sempre accettato il diverso, soprattutto nei quartieri popolari il femminiello era una sorta di porta fortuna. Le donne, le mamme si fidavano di loro, un mondo che va ricordato, ho fatto intervista e un documentario con la Tarantina, il film è arrivato in America. Sono stato il primo regista che ha portato in scena un vero femminiello. Un pubblico trasversale che apprezza la sua umanità e dignità. Vico Sirene nasce sull’ onda di questa esperienza.
Com’ è avvenuta la scelta dei protagonisti Gigi & Ross?
Sono quegli appuntamenti che prima o poi nella vita succedono. Io li ho sempre stimati come comici, attori, ho intravisto in loro una componente attoriale notevole per cui gli avevo fatto la proposta di lavorare con me ed ho trovato subito la loro disponibilità, e questo mi ha fatto molto piacere.
Gigi & Ross
Come vi siete preparati per il ruolo?
Ross: Intanto ringraziamo Fortunato per averci scelto per uno spettacolo così impegnativo e con una tematica così bella. Ci siamo preparati avendo tanto rispetto per l’autore e per il testo. Quando fai un ruolo del genere è un attimo che possa scadere in una macchietta, bisognava restituire la drammaticità a questi due personaggi eccezionali.
Nel programma Non sono una signora avete interpretato due Drag Queen, quell’esperienza vi ha aiutato poi per creare Scarola e Nucchetella?
Gigi: Già sapevamo di dover fare Vico Sirene mentre facevamo Non sono una signora. Io e Ross abbiamo un rapporto talmente stretto che ci permette di interpretare al meglio i ruoli così uniti e viscerali. Lo abbiamo fatto anche con Andy & Norman, che aveva una drammaturgia diversa, ma parlava di due personaggi costretti a vivere sotto lo stesso tetto come Nucchetella e Scarola.
Quello che ci ha aiutato anche nello show televisivo è che abbiamo creato una storia tra i due personaggi anche lì, meno drammatica che in Vico Sirene. La cosa che ci aiuta sempre in primis è la nostra stretta amicizia.
Che fate prima di entrare in scena?
Gigi & Ross: Abbiamo un rito che portiamo avanti già dai tempi dell’ accademia, non si può raccontare, sarebbe da vedere, ma sappi che in “quel gesto”c’è tutta la nostra storia!
La recensione
Fortunato Calvino con Vico Sirene porta in scena uno squarcio di vita che appartiene alla nostra cultura. L’altra cultura, che tanti non conoscono. E quale altro buon motivo, se non un godibile spettacolo come questo per conoscere una figura storica del popolo partenopeo?
Scarola e Nucchetella sono due figure storiche inconsapevoli, presenti e sempre uguali a se stesse, con usi e costumi da loro creati in modo spontaneo, riti femminei esacerbati da una mascolinità comunque presente.
Si ride tanto! Ma tutto è involontariamente comico. Le loro vite sono tragicomiche, esistenze che vogliamo spiare, ma di cui spesso non vogliamo far parte, la prostituzione come unica scelta, i clienti che pagano e se ne vanno, la solitudine, il quartiere che diventa una famiglia e il vascio il suo cuore pulsante.
E Napoli è una madre amorevole che accoglie e ama anche i figli di nessuno, l’emarginazione come stile di vita, e la vita stessa come inconsapevole palcoscenico (in ogni angolo di Napoli potreste trovarne uno).
E come qui a teatro, in questo spettacolo dal sapore introspettivo, anche nella vita ad un certo punto cala il sipario e si fanno i conti con ciò che si è (o si è stati).
I personaggi di Calvino sprigionano una vitalità catartica e una leggerezza tipica partenopea -nonostante i problemi quotidiani- che un po’ tutti nel mondo ci invidiano.
In Vico Sirene va in scena il resoconto di un’umanità esibita e (s)venduta, la carnalità, il colore acceso dei sentimenti, la “sorellanza” lavorativa e di scelte, il caffè sempre caldo e gli inciuci a tavola.
Il vascio, confortevole accogliente, la casa di tutti, dei femminielli di Napoli e degli spettatori.
Bravissimi Gigi & Ross per essersi perfettamente calati nei ruoli principali.
Calvino ha portato in scena un piccolo presepe vivente.
Una storia tutta inventata ma violentemente reale
L’altra “altra” tradizione di Napoli
In scena al Teatro Bracco fino a domenica 12 novembre 2023, poi in tournée.