Nel vicolo le tenebre stavano prendendo il posto del sole che stava tramontando dietro il Vesuvio colorando il cielo di arancio e rosso. Era una serata calda di fine estate e le vie del centro storico di Napoli si stavano lentamente svuotando.
Mario stava tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Faceva il cameriere in un ristorante sul lungomare e voleva solo rilassarsi e riposare. Mentre percorreva un vicolo deserto nel tragitto abituale nota qualcosa di strano.
In fondo al vicolo c’era un’ombra, ma non era l’ombra di nessun oggetto o persona. Era un’ombra fluttuante e indistinta, che sembrava muoversi con volontà propria, ondulando lungo le pareti schiarite dal tramonto.
Mario si fermò, confuso. Si stropicciò gli occhi, pensando di avere le hallucinazioni per la stanchezza. Ma quando riaprì gli occhi, l’ombra era ancora lì che si muoveva sinuosamente. Prese il cellulare per illuminare meglio la scena, ma la luce non riusciva a dissipare quell’ombra scura e anomala.
Mario iniziò ad avere paura. Decise di fare marcia indietro e tornare sulle sue tracce, ma dopo pochi passi udì un fruscio alle sue spalle. Si voltò di scatto e vide l’ombra che si stava avvicinando, allungandosi sulle pareti e restringendosi man mano che avanzava.
Mario scappò a perdifiato, il cuore che gli martellava nel petto. Sentiva l’ombra che lo inseguiva, sempre più vicina, sempre più minacciosa. Girò in un vicolo cieco e si appiattì contro il muro, ansando per la corsa e il terrore. Con il cellulare illuminò alle sue spalle ma non vide nulla, solo buio.
Si piegò in avanti, appoggiando le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Quando sollevò lo sguardo, vide l’ombra fluttuare davanti a lui, bloccandogli la via di fuga. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
L’ombra si allungò e avvolse Mario in un abbraccio gelido e appiccicoso. L’ultima cosa che vide prima che le tenebre lo inghiottissero fu il sole ormai scomparso dietro il Vesuvio.
Il giorno dopo il corpo di Mario venne ritrovato in quel vicolo da alcuni residenti allarmati dalle sue grida della notte precedente. Era completamente prosciugato, bianco come un foglio di carta. I medici legali non riuscirono a dare una spiegazione logica a quell’evento tremendo.
Nei giorni seguenti altri casi simili iniziarono a verificarsi in altre zone remote e oscure della città. Sempre la stessa dinamica: persone che sparivano dopo essere state inseguite da un’ombra innaturale, per poi essere ritrovate senza vita e prosciugate di tutti i liquidi corporei.
Le autorità erano preoccupate, ma non sapevano cosa fare. Sembrava che un’entità sovrannaturale si fosse impossessata delle viscere di Napoli, cacciando di notte le sue prede. I cittadini avevano paura ad uscire la sera e si barricavano in casa alla caduta del buio. Nessuno riuscì a capire quel che stava davvero succedendo, il panico in città era palpabile, come ombre maligne i volti delle pareti urlavano tutto il loro orrore.
Mentre il panico dilagava per le strade di Napoli, la gente si radunava nelle piazze in cerca di risposte e rassicurazioni dalle autorità locali. Ma la polizia era senza spiegazioni per gli strani avvenimenti. Iniziò a circolare la voce che la misteriosa creatura d’ombra stesse infestando la città come punizione per i suoi peccati.
Circolarono voci di un Dio maligno che si sarebbe risvegliato dopo secoli di riposo, per divorare vivi e peccatori.
Una notte Mario, da qualche parte nell’ombra, guardava le sue ultime vittime che fuggivano nel panico, in preda al terrore. Le ombre si allungarono sinistre sulle pareti dei vicoli, pronti ad afferrare chiunque osasse sfidare le tenebre. La città intera era in balia di un terrore senza nome disceso dal regno degli inferi. E l’entità continuava a divorare anime, alimentando la sua fame eterna nelle viscere segrete della città.