La conferenza stampa di fine gara del grande Mou, per il quale chi scrive continua ad avere enorme ammirazione, è stata probabilmente più grottesca della gara disputata dai giallorossi: zero tiri in porta dei romani padroni di casa, eppure il tecnico portoghese ha parlato di arbitro, di simulazioni, di ammonizioni e di vittoria non meritata del Napoli.
La verità è un’altra: i partenopei, privi di Anguissa e Rrahmani, hanno tenuto in mano il pallino della gara per tutta la durata della contesa, provando e riprovando a trovare il varco giusto nella impenetrabile difesa giallorossa, bloccata a mò di fortino fuori dalla propria area di rigore.
Nel primo tempo le occasioni latitano, i frombolieri azzurri sono bloccati, con le buone e con le cattive, dai difensori capitolini, evidentemente caricati a molla per l’occasione. Ma sacrificare i propri migliori giocatori alla fase difensiva (Pellegrini a ombra su Lobotka) ha finito per annullare qualsiasi possibilità di controffensiva e così, i monumentali Jesus e Kim, coadiuvati da Olivera e Di Lorenzo, hanno tenuto a bada senza troppi problemi Zaniolo e Abraham.
A parte due conclusioni di Zielinski e Lozano, l’episodio più importante del primo tempo è stato il rigore prima concesso e poi annullato dopo il richiamo del var, per un fallo di Rui Patricio di Ndombele. Un episodio di difficile interpretazione.
Nella ripresa i napoletani prendono campo e la Roma arretra sempre più, le forze vengono meno e la capolista inizia a creare occasioni vere.
Prima è Juan Jesus a mancare clamorosamente il gol dell’ex ciccando un rigore in movimento sugli sviluppi di un angolo. Poco dopo Osimhen, splendidamente servito da Lozano, calcia malamente fuori a tu per tu con Rui Patricio. Spalletti inserisce prima Elmas per lo stanco, ed ammonito, Ndombele, poi Gaetano e Politano per Zielinski e Lozano. Restano in panchina due bocche da fuoco come Raspedori e Simenone. La Roma arranca sempre più e, dai e dai, il gol arriva. Politano gira ad occhi chiusi in profondità per Osimhen, il nigeriano aggira con il corpo Smalling e scarica un diagonale terrificante che lascia inerme Rui Patricio.
Napoli in vantaggio e tifosi in visibilio.
I giallorossi non hanno a questo punto nè la forza nè le risorse per cercare il pari, Belotti viene praticamente fagocitato da Kim, mentre Olivera e Kvara paralizzano Zaniolo e Digne con un possesso palla di qualità enorme che si protrae fino al minuto novantacinque.
Un trionfo per il Napoli. Ridicolo pensare che ci sia qualcuno che ha parlato di calendario facile. Nella striscia vincente azzurra, undici vittorie tra campionato e coppa, ci sono ben due vittorie all’Olimpico e una a Milano, sponda rossonera. Tanta, tantissima roba.
Mercoledì si torna al Maradona: ospite i Rangers, fanalino di coda del gruppo Champions, ma avversario da prendere con le molle per il rinomato orgoglio scozzese. Un’occasione importantissima per mettere il fiocco alla qualificazione agli ottavi, già maturata, come primi del girone.