L’arte nello sguardo dei napoletani è un marchio di fabbrica, la mimica facciale, le espressioni che spesso valgono più di mille parole. Il protagonista di oggi è un figlio di Napoli che della sua passione e del suo marchio di fabbrica, ne ha fatto anche il suo lavoro, parliamo di Gianluca Masone, attore e regista, apprezzato dai colleghi e dagli addetti ai lavori. Sarà il suo modo elegante di proporsi, il suo tono di voce calmo e pacato, che fanno di quest’artista una giovane promessa nel panorama teatrale, in un momento storico in cui molti sono proiettati verso altre forme di comunicazione, lontanissimi dalla vera cultura teatrale.
Chi è Gianluca Masone?
Gianluca Masone è una persona semplice, amante della vita e di tutto ciò che è “bello” nella sua semplicità. È determinato, sa ciò che vuole e, spesso, sa anche come ottenerlo senza sotterfugi o metodi che non gli appartengono, ma semplicemente attraverso la propria professionalità o il suo modo di essere, nel bene e nel male. È leale, non ama l’ipocrisia e la falsità, quando ne sente la “puzza”, prende le distanze senza porsi problemi. È sensibile e ama emozionarsi. Nella sua sensibilità, però, c’è anche tanta forza e tanta passione. È timido e lo manifesta tranquillamente, così come manifesta anche i suoi tanti difetti. Insomma, Gianluca è una persona come tante altre con i suoi pregi e i suoi difetti, ma con un animo sincero e puro in qualsiasi tipo di rapporto e in ogni occasione.
Hai un curriculum invidiabile, quante sono le difficoltà per chi vuole intraprendere questo tipo di carriera?
Innanzitutto grazie per l’ apprezzamento riservato al mio curriculum, ma esso è il frutto di tanto studio e di tanta gavetta. È vero, per fare l’attore, (ma non solo in questo settore), le difficoltà sono tante e sono legate a diversi fattori, però a volte credo, che a rendere tutto più complicato e difficile, sia il fatto che spesso ci ostiniamo a voler fare parte di un -sistema- “senza avere né arte e né parte”, cioè senza saper fare nulla ed essere privi di un ruolo definito. E questa condizione non fa altro che aumentare le difficoltà. Se invece, le affrontiamo con la preparazione, la competenza e la professionalità, sono sicuro che, lentamente saranno superate, mentre il nostro obiettivo sarà ampiamente raggiunto.
Sei tra i docenti della Scuola d’Arte del Teatro Augusteo di Napoli: raccontaci questa esperienza.
Che dire?! È una gran bella esperienza che sto vivendo con tutto me stesso. È una nuova avventura arrivata nel momento giusto. Un sogno che si realizza, quello di insegnare teatro, in un teatro. Ma tutto è accaduto in maniera naturale, senza forzature. È accaduto perché doveva accadere, forse?! Ringrazio il Direttore della Scuola, il Maestro Guglielmo Guidi per avermi scelto, per avermi dato fiducia ma, soprattutto, per aver creduto in me, cosa che oggi accade molto raramente, o quasi mai. Sono felice di lavorare con degli insegnanti preparatissimi e di essere circondato da giovani talenti a cui auguro di realizzare il proprio sogno e di essere avvolti quotidianamente dalla magia del teatro. Io vivrò quest’ esperienza fino a quando dovrà essere vissuta, poi, dopo, si vedrà.
Sei anche formatore teatrale nelle scuole, come è lavorare con i più picccoli?
Lavorare con i piccoli, per me, significa ritornare ad essere piccoli! Io mi diverto tanto a fare teatro con loro perché, quando non è la loro giornata “no”, ti seguono tanto travolgendoti in un’energia che ti riempie l’anima di purezza, naturalezza, ingenuità. È bello quando fidandosi di te, ti permettono di “entrare” nella loro sfera emotiva “ affidandoti” le loro paure, le loro insicurezze. Io non faccio altro che accoglierle con discrezione entrando in punta di piedi nella loro vita (questo mi accade anche con gli adulti) e, senza la presunzione di sostituirmi alla psicologia, attraverso attività e giochi teatrali, li porto a conoscenza della loro forza, permettendogli di esprimersi liberamente senza alcuna paura di essere giudicati. Questo lavoro, che ormai svolgo da un po’ di anni nelle scuole (dal 2003), mi ha fatto maturare l’idea che chiunque, almeno una volta nella vita, debba poter vivere l’ esperienza teatrale, portatrice di benefici vissuti in condivisione con altre persone. Questo con i bambini accade sempre e, grazie a loro, ogni volta imparo sempre tante cose nuove, perché è vero che i bambini, (ma in generale ognuno di noi) hanno sempre qualcosa da insegnare e noi, sempre qualcosa da imparare.
Preferisci la regia o recitare?
In altre interviste ho sempre affermato di preferire di più la regia; oggi invece, se incontrassi un regista che mi desse la possibilità di crescere artisticamente, come mi è accaduto nelle esperienze precedenti, tornerei volentieri a recitare vivendo appieno le forti emozioni che solo il teatro sa donare, e non è detto che ciò non accada!
Un’opera teatrale che ti piacerebbe recitare e una di cui ti piacerebbe curare la regia?
Senza presunzione alcuna, penso di aver avuto in passato tante belle possibilità che mi hanno permesso di portare in scena nelle stagioni teatrali di alcuni teatri cittadini, in qualità di regista e attore, testi da me riadattati e testi di drammaturghi contemporanei. Oggi il mio desiderio sarebbe quello di affidarmi completamente ad un bravo regista e valutare insieme un testo da rappresentare. Sono certo che, se da qualche parte c’è un regista che attende un attore per mettere in scena uno spettacolo, prima o poi, il destino ci farà incontrare, ed ecco che il connubio avrà luogo e il sogno sarà realizzato.
Un attore teatrale con cui ti sarebbe piaciuto o ti piacerebbe lavorare?
Tra gli attori con cui mi sarebbe piaciuto lavorare ci sono sicuramente Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Ero attratto dalla loro spontaneità e naturalezza. Per me sono stati e “sono” un punto di riferimento e, quando posso , grazie ad internet, rivedo tutti i loro lavori, un patrimonio artistico che non va assolutamente dimenticato. Un’altra attrice con cui avrei voluto lavorare è Virna Lisi, mi ammaliavano la sua voce, le sue espressioni, la sua capacità di diventare “altro da sé” ogni volta che interpretava un personaggio diverso. Oggi, invece, mi piacerebbe recitare con Giancarlo Giannini e Monica Guerritore due attori, per me, straordinari da cui si ha molto da imparare arricchendo il proprio bagaglio formativo e culturale. Chissà, nella vita mai dire mai!
Ci vuoi raccontare come sono nati i format di “Parliamone” e “Mezz’ora con lo scrittore”?
Certo. Inizio con “Parliamone” , il frutto di una sperimentazione che feci in una scuola mettendo a confronto genitori e figli su tematiche sociali e attuali. Un esperimento che portò bei risultati, era bello vedere le mamme e anche le nonne, (perché gli incontri erano aperti a tutti), confrontarsi con i figli e i nipoti su tematiche di vario tipo: omofobia, bullismo, violenza, ma anche tematiche come l’amore, il rispetto. Ricordo con affetto l’incontro dal titolo “ Guardami negli occhi, ora ti dico che…” Durante questo incontro, ebbero luogo rivelazioni e abbracci fortemente emozionanti. Da lì, ebbi la conferma che tutti noi abbiamo un mondo dentro, ma non sempre abbiamo uno spazio nel quale “riversarlo”, allora decisi di creare una pagina facebook dal titolo “Parliamone” dove sono pubblicate delle brevi conversazioni in video, attraverso le quali i partecipanti si raccontano, parlano di un loro evento, di una loro passione. Per questo ho deciso di creare varie sezioni: storie personali, eventi, sport, arte, cultura in generale. “Mezz’ora con lo scrittore”, invece, non è altro che una “costola” più dettagliata di “Parliamone” dedicata esclusivamente agli scrittori emergenti e non. Sono due format che mi permettono di portare alla luce realtà straordinarie, persone talentuose che diventano gli unici veri protagonisti di ogni puntata, ecco perché lo slogan di Parliamone è: “Parliamone, il protagonista sei tu!”. Sarebbe bello incontrare qualche sensibile direttore di una qualsiasi TV locale che, comprendendone il suo valore “sociale e comunicativo” gli dia un piccolo spazietto nella propria TV. Io continuerò ad attendere il suo arrivo, sono certo che prima o poi, qualcuno si paleserà. Illusione? No, determinazione!
Oggi c’è ancora chi vuole cimentarsi con il teatro o è diventato tutto così “smart” che si preferiscono altre strade?
Assolutamente sì! Oggi, per fortuna, c’è ancora chi vuole cimentarsi con il teatro, il problema è che, in alcuni casi, c’è chi vuole cimentarsi stando già sul palcoscenico sorpassando la formazione. Invece no, bruciare le tappe e godersi tutto ciò che precede il cimentarsi, non ha mai dato buoni frutti. Comprendo anche che siamo nell’epoca del “tutto e subito”, ma che io ricordi, la pazienza è ancora la virtù dei forti, ed ha sempre premiato chi ha avuto la capacità di fare di essa, un proprio pregio.
Un sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è quello di fare in modo che nel mio cassetto, ci siano sempre sogni da realizzare e da vivere!
Progetti Futuri?
In realtà ho imparato a vivere la vita giorno per giorno, attimo per attimo, qui e ora, per cui il mio futuro è “ogni domani”. Vivendo in questo modo ho la possibilità di poter realizzare ogni giorno i miei progetti “ futuri”. Ovviamente questo è un mio stile di vita e ciò non vuol dire che non bisogna proiettarsi nel futuro, pensando a ciò che si desidera realizzare domani, ma io al -pensare- preferisco l’ -agire- . Forse crescendo, sono diventato molto più pratico e concreto? Probabile!