Nei mesi scorsi, spinto da curiosità mista a malizia ho affrontato un mini tour nel mondo degli escort, senza fare delle vere interviste, ho scrutato, osservato, rubato a questi giovani, che praticano una delle professioni più antiche del mondo eppure ancora malvista dalla società perbenista, vizi, tic e comportamenti, al fine di saziare la mia curiosità.
Ora, dopo i commenti di alcuni lettori che mi invitavano a far parlare ufficialmente un gigolò, ne ho incontrato uno napoletano per farmi raccontare con la sua voce come stanno davvero le cose nel suo lavoro. Yuma (nome cubano, e lui lo è per metà) vive a Napoli. E’un modello, go-go boy tatuatissimo e da un paio di anni esercita la professione di gigolò.
Bellissimo, imponente, sembra un buttafuori dei locali, ha un’aria che di primo impatto mette soggezione, (sarà perche è alto ed interamente ricoperto di tatuaggi) ma solo in apparenza, dopo uno scambio di battute si rivelato gentile e molto alla mano. I suoi occhi cubani, scuri e profondi come le terre selvagge di Fidel, sembrano parlare al posto suo e quasi stridono con una fisicità dirompente e fortemente esibita. Forse è questo binomio, fisico tatuato/sguardo dolce a renderlo unico e molto richiesto.
Iniziamo l’intervista.
Da quanto tempo fai l’escort?
Circa due anni, ho iniziato a fare questo lavoro mentre abitavo a Miami, sono stato li un anno e mezzo e dopo essere tornato in Italia ho continuato anche qui.
I miei articoli sul reportage sugli escort, che tu hai seguito, corrispondono alla realtà dei fatti oppure no?
In linea di massima, per quanto riguarda l’approccio iniziale, le conversazioni, si! Le cose non vere sono spesso le immagini e le foto false usate da alcuni escort, non è il mio caso perché io pubblico foto fatte con il cellulare (selfie) e diciamo anche che le dinamiche relazionali non sono sempre e solo a “due”, ci sono varianti con coppie e persone con esigenze molto particolari.
Yuma, sei ricoperto di tatuaggi, hanno un significato? La gente quando ti incontra che reazione ha?
Tempo fa sono stato coinvolto in un brutto incidente stradale da cui sono uscito ricoperto di cicatrici vistosissime, l’unica maniera per coprirle erano i tatuaggi, poi mi piacciono anche, quindi ho unito l’utile al dilettevole. Le persone qui mi fissano (e torno al paragone tra l’America dove ho vissuto e l’Italia), hanno un modo di vedere gli altri in modo standard, sono inquadrate, non si “aprono”, invece gli americani sono meno chiusi, passi inosservato, se pensi che i poliziotti stessi laggiù sono tatuati come lo sono io.
Tra 10 anni come ti vedi?
Sempre più atletico, tatuato e “crazy” più di adesso e cercando di andare avanti nella vita.
Per soldi si può fare tutto?
Dipende, tutto no, però la maggior parte delle cose… (ride! n.d.r.)
Il rapporto con gli altri gigolo, siete amici tra colleghi?
C’è concorrenza tra di noi, è un lavoro competitivo, l’amicizia è altro, chi dice che siamo tra noi amici è bugiardo, sono forse delle amicizie interessate. L’ invidia come in tutti i contesti lavorativi è tanta, “ davanti una faccia, alle spalle un’altra ”…